“Ho letto con attenzione” - dichiara Smacchi - “l'intervista del Presidente di Confcommercio di Fabriano il quale ha lanciato l'idea di un referendum popolare da attivare tramite una raccolta di firme per far esprimere i cittadini del Fabrianese sull'intenzione di rimanere nelle Marche o di passare in Umbria, a causa del progressivo depotenziamento dell'ospedale di Fabriano, della perdita del tribunale, dei tanti sportelli chiusi negli ultimi tempi”. “Credo” - continua Smacchi - “che con l'imminente apertura dell'intero tratto della Perugia - Ancona i rapporti tra Marche e Umbria potranno migliorare in maniera esponenziale creando tutti i presupposti per una maggiore integrazione tra territori orograficamente molto simili e creando le condizioni per servizi sempre più di qualità al di là dei confini amministrativi”. “In questo quadro però” - prosegue Smacchi - “appare inutile e anacronistica la provocazione fatta dal Presidente di Confcommercio Fabriano, in quanto ormai nella erogazione dei servizi si ragiona e si programma in un' ottica di macroregione e di area vasta. Solo in questo modo i territori e le città più marginali delle nostre due piccole Regioni potranno avere dei vantaggi a livello di investimenti e di servizi”. “E' inoltre importante ricordare” - conclude Smacchi - “come le Regioni Umbria e Marche sono in prima fila nella richiesta al Governo di maggiori forme e condizioni di autonomia economica, fiscale e legislativa su materie di fondamentale importanza per lo sviluppo dei nostri territori e per la qualità dei servizi quali: la tutela del paesaggio e dei beni culturali, il sistema della formazione e dell'istruzione, la gestione della sanità, la prevenzione sismica e le infrastrutture”.