Tra mito, sogno e realtà la mostra del gualdese Stefano Luzi ( Stefan Luz il nome d'arte) che è visitabile fino al 12 maggio alla Pinacoteca Civica “Bruno Molajoli” di Fabriano dal titolo “ Quando ero un eroe e salvavo mondi” che ripercorre i 20 anni di attività del pittore .
Dalle prime esperienze metafisiche che proiettano personaggi come il guerriero umbro su panorami metallici senza tempo, alle erme bifronti di più recente memoria che si liquefanno, creando nella fusione nuove effigi di umanità sofferente: è questa la trama iconografica del racconto presentato in mostra in cui è l'archeologia il leit motiv di Stefano Luzi, quella archeologia che ha ammirato nei resti di Villa Adriana a Roma o quella che ha scavato a Colle dei Mori a Gualdo Tadino, seguendo le teorie di Fra Mauro ( Domenico di Virgilio al secolo ), frate cappuccino oggi scomparso, che sul finire del secolo scorso infiammò, con la sua passione della ricerca storica sulle origine umbre di Gualdo Tadino, gli animi di tanti giovani gualdesi. A Fra Mauro, di cui Luzi esegue il ritratto, è dedicata la mostra, a lui e ad un giovane amico e collega del pittore, Enrico Fiorelli prematuramente scomparso pochi mesi fa.
La mostra, realizzata nel contesto di “Fabriano Unesco città creativa”, con il sostegno del Comune di Fabriano , si è avvalsa della curatela del critico d'arte Giuseppe Salerno a cui si debbono oltre 400 mostre ed eventi in varie parti d'Italia, dal Lazio , dove ha promosso la rinascita del Borgo di Calcata, alle Marche dove opera dal 2011. Nel 2004 è stato uno dei sette esperti chiamati a formulare per conto di Anci l'indagine previsionale su “Il futuro dei piccoli comuni” .