A poche ora dalla tragedia di Genova, quando ancora non sono esatti i contorni della vicenda - a partire dal numero delle vittime destinato purtroppo a crescere - non mancano i commenti della prima ora, soprattutto sui social network. In molti a invocare resaponsabilità e a chiedere maggiori controlli e prevenzione.
Come spesso avviene la fase della psicosi porta a pensare quale sia lo stato di manutebzione della rete infrastrutturale del nostro Paese e se un altro caso Genova si possa prevenire. A trgmedia parla l'ing.Massimo Mariani (Consiglio nazionale Ingegneri), tra i maggiori esperti nazionali del settore, già più volte ospite a TRG per parlare anche di interventi di prevenzione sismica:
"Tutto si puo' prevenire, anche se non si può ovviamente prevedere. Ma serve un piano a media lunga scadenza. L'emotività spesso detta interventi immediati che sono dei tamponi ma non hanno un orrizonte di efficacia molto ampio. Se vogliamo monitorare e laddove necessario, mettere in sicurezza il sistema infrastrutturale del nostro Paese serve un piano di lungo periodo. Abbiamo qualcosa come 60 mila tra ponti e viadotti in Italia, e se consideriamo una media di 4 campate, abbiamo circa 240 mila travi impalcati. La materia primaria utilizzata per la costruzione di queste infrastrutture e' il calcestruzzo, che per costituzione ha una durata limitata e un degrado spontaneo determinato da veri fattori, ambientali, atmosferici (anidride carbonica, cloruri, sali marini, solfuri, solfati) che nel tempo agiscono come elemento logorante della struttura stessa. Da qui è facile intuire che serve un piano trentennale di manutenzione accurata di tutta questa rete, altrimenti si fa solo demagogia".
Perugia
14/08/2018 17:17
Redazione