E' stata un'anonima serata silenziosa quella di ieri a Gubbio, nei vari angoli del centro storico, a dispetto di quanto la tradizione proponeva per il 18 marzo, serata di vigilia della ricorrenza di San Giuseppe. Niente "Focaroni" come da tradizione, legata a costumi lontanissimi, che volevano che il fuoco salutasse l'arrivo della giornata di festa dedicata al santo: piazze vuote ieri sera, nei quattro quartieri di Gubbio, dove negli ultimi anni in particolare le associazioni dei quartieri davano vita a momenti di aggregazione e socialità, con un tour di accensione degli enormi falò che partiva da via Dante (S.Andrea), per passare alla piazza di S.Pietro (vedi foto), quindi sul letto del torrente Camignano sotto piazza San Giovanni (S.Giuliano) e qualche centinaio di metri più a nord nel cuore del quartiere di S.Martino. Qualche fuoco, per la verità, ieri sera sembra sia stato acceso, anche se in ambienti privati (giardini e appezzamenti) soprattutto nelle aree di espansione e ben fuori dal centro storico.
"E' un anno di passaggio, caratterizzato da questa emergenza che ci impedisce di riunirci ma la tradizione non muore" rassicurano dall'Universita' Falegnami di Gubbio, l'antico sodalizio oggi guidato da Roberto Filippetti, custode della tradizione della lavorazione del legno e dell'organizzazione di questa ricorrenza (oggi sarebbe stata prevista una celebrazione eucaristica e il pranzo conviviale). Tutto annullato tranne il concorso grafico pittorico aperto agli studenti, che sarà recuperato quando il ritorno alla normalità consentirà di premiare gli elaborati migliori. In attesa di rivedere nel 2021 i Focaroni di nuovo ardere.