Riattivazione e contestuale riordino dell’Ente Irriguo Umbro-Toscano. E’ quanto si è impegnato a realizzare il Ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli (nella foto), al termine di un incontro convocato d’urgenza dallo stesso Ministro, con i presidenti delle Regioni Umbria e Toscana, Maria Rita Lorenzetti e Claudio Martini, cui hanno preso parte anche rappresentanti del Ministero dell’agricoltura. L’impegno del Governo giunge all’indomani della durissima protesta dei due presidenti per la “cancellazione” dell’ente, determinata da quella che era stata definita, nella lettera inviata al Ministro, una “operazione improntata alla massima improvvisazione istituzionale”. Il Ministro ha ritenuto giuste le osservazioni dei due Presidenti e si è impegnato a mettere in atto tutte le azioni tese a determinare nel più breve tempo possibile (forse già in un nuovo vertice la prossima settimana) tutte le condizioni normative che possano da una parte mantenere “in vita” l’ente e dal’altra parte avviarne il riordino. “Il Ministro, e per lui il Governo, hanno di fatto riconosciuto la giustezza delle nostre ragioni e dato ampia disponibilità a risolvere la questione entro breve. Dunque, - hanno detto Lorenzetti e Martini - siamo soddisfatti, anche se resta l’amarezza per un atto che si poteva evitare. In ogni caso abbiamo ribadito che l’Ente irriguo non solo non inutile, ma svolge una funzione importantissima nella gestione delle risorse idriche in tutto il centro Italia, oltre a fungere da soggetto che, per le sue competenze, coopera con il sistema nazionale di protezione civile per il monitoraggio dello stato dei corsi idrici. In più ha i conti in ordine, costa poco ed ha un numero ridottissimo di dipendenti”. Lorenzetti e Martini hanno ribadito al Ministro che l’Ente, oltre ad avere ormai dal 2002 un bilancio sostanzialmente in equilibrio, “opera in un settore di fondamentale importanza per gli interessi delle due regioni in materia di approvvigionamento irriguo, idropotabile, tutela ambientale, gestione degli eventi di piena e regolazione dei deflussi, ecc”. Anche per queste ragioni, dunque, risulta indispensabile garantire il superamento della sua precarietà, dando ad esso stabilità e veste istituzionale adeguata, attraverso una trasformazione, ai compiti conferiti. A tale proposito si ricorda inoltre che, anche nell’ottica di un riordino - mai compiuto -, dall’anno 1998 l’Ente è stato amministrato da un commissario straordinario di nomina ministeriale con l’obiettivo di provvedere al riordino tramite trasformazione. Per la sola Regione Umbria – ha riferito la presidente Lorenzetti al Ministro – questa inammissibile soppressione avrebbe compromesso interventi che nel loro insieme rappresentano il più rilevante schema idrico dell’intera Italia centrale cui sono legate questioni di fondamentale importanza, dalla progettazione ed esecuzione delle opere di completamento del Piano irriguo nazionale, affidate in concessione dal Ministero vigilante, alla gestione delle infrastrutture realizzate e alla conseguente erogazione di acqua per scopi prevalentemente irrigui, cui si è aggiunta l’erogazione di acqua per scopi idropotabili ai fruitori istituzionali con i quali ha stipulato alcune convenzioni per la definizione del costo del servizio e le modalità della fornitura.
25/11/2009 17:11
Redazione