La Piazza di Gubbio con il suo Palazzo è un punto di arrivo dell'architettura, uno degli esempi più straordinari che colpisce chiunque. L'edificio ha la severità dell'architettura del momento e allo stesso tempo ha questa scala che si proietta in avanti che preannuncia una visione della modernità. Proprio per questo è un edificio importante perchè fa capire che certi aspetti della cultura moderna erano già presenti in un mondo lontanissimo nel tempo. "
Così il professor Paolo Portoghesi, architetto di levatura internazionale sollecitato da TRG sulla possibilità di candidare il complesso architettonico di Piazza Grande a Gubbio, con i suoi palazzi e con la sua piazza pensile, a Patrimonio Unesco. "Sarebbe più che giusto" ha risposto, adducendo tra le motivazioni l'unicità e lo spirito innovativo della struttura già nel Trecento.
Portoghesi era a Gubbio sabato 20 novembre in visita alla chiesa della Madonna del Prato, accompagnato dal dottor Massimo Capacciola che all'edificio ha dedicato il suo ultimo romanzo "Il testamento di Borromini" che ruota intorno all'ipotesi della commissione da parte del vescovo di Gubbio Sperelli al celebre architetto Francesco Borromini per costruire una chiesa simbolo stesso della fede nella sua forma e nella sua decorazione.
Portoghesi ha confermato strette analogie tra l'edificio eugubino della Madonna del Prato e il San Carlo alle Quattro Fontane di Francesco Borromini, sottolineando tuttavia come la chiesa di Gubbio, indipendentemente dalla sua attribuzione, rappresenti un eccellente esempio barocco da valorizzare in una città squisitamente medievale: " A Roma sarebbe una delle chiese barocche - ha detto a TRG - qui è un unicum."