E' stato un mercoledì sera particolare e all'insegna di un confronto tra quello che è il rapporto tra arbitri e giocatori all'interno di una partita di calcio. Si è consumato infatti ieri sera nella sede della As Gubbio 1910 “Arbitri e società: Quarto Tempo”, con ospiti graditi e preparati come il tecnico rossoblù Giuseppe Magi, accompagnato dal capitano Alfredo Romano e l'altro centrocampista Francesco Bergamini in una serata guidata dal presidente della sezione arbitrale Carlo Angeletti, Andrea Pannacci, il quale ha fatto gli onori di casa parlando alla platea intervenuta all'evento di come il calcio non sia altro che uno spettacolo composto da diversi attori tutti utili e indispensabili al fine di quello che è il gioco del calcio che ha un unico obiettivo: quello di garantire divertimento, svago e spettacolo altamente professionale allo spettatore e al tifoso che paga il biglietto per assistere. L'incontro, nato con l'intento di creare un ampio dibattito e confronto da quelli che sono gli aspetti regolamentari a quelli che sono altri aspetti importanti del mondo del calcio, come il rapporto tra arbirti, giocatori e allenatori. La parola è poi passata a mister Magi che, dopo aver ringraziato per l'invito, ha confidato di come la prima impressione sull'arbitro la si ha al momento dell'appello. Lo stesso trainer rossoblù, si è soffermato molto sulle cause che possono influenzare in maniera negativa un arbitraggio nel suo complesso: “Sicuramente il non riuscire a tenere fuori dal rettangolo di gioco quello che possono essere i problemi personali può essere una debolezza che influenza in maniera negativa la prestazione sul campo, bisogna essere bravi a fare questo anche se non sempre è facile. E' chiaro a volte non aiutiamo ne noi allenatori, ne i dirigenti in panchina e gli stessi iocatori, perchè quando un errore è lampante e viene a recarti danno ti senti in dovere di protestare e la foga agonistica mischiata alla tensione della gara, a volte ti fa esagerare e dire anche qualche parola in più” Con un riferimento particolare a Gubbio-Maceratese, dove De Remigis più volte non si è dimostrato all'altezza: “Non era sereno si era chiaramente capito, ma in quell'occasione nonostante fossi veramente arrabbiato con lui ho fatto solo da pacere”. Sulla stessa linea d'onda invece capitan Romano e Bergamini, i quali hanno ammesso che è inutile protestare animatamente dopo una decisione arbitrale presa, e che la soluzione migliore possa essere invece la creazione di un dialogo educato tra calciatori e arbitri che aiuti a creare un clima disteso e i presupposti per rendere al meglio nel corso dei 90 minuti. Così il capitano del Gubbio: “Non è una frase di facciata questa che dico, ma è il mio vero pensiero: credo nella buona fede degli arbitri. Dico che sarebbe meglio per tutti trovare direttori di gara che favoriscano il colloquio con i giocatori in campo, spiegando le decisioni arbitrali prese e non chiudendosi a riccio oppoure adottare atteggiamenti da sbruffoni quando non ce ne è assolutamente bisogno. Dall'altra parte noi calciatori dovremo essere bravi a saperci rapportare con loro, come noi sbagliamo un passaggio, un gol o un calcio di rigore, loro sono umani q quindi possono sbagliare altrettanto”. “Io penso che con l'educazione necessaria sia diritto di una persona protestare e chiedere spiegazioni quando si pensa che si stia subendo un torto, io quando lo faccio è solo per chidere lumi sulla decisione mai per mettere pressione, tanto la decisione è presa”. La serata si è chiusa con la proiezione di alcuni video che riassumono alcuni casi sui quali il regolameto ha posto delle novità in merito.
Gubbio/Gualdo Tadino
24/11/2016 10:24
Redazione