L'immagine più famosa è quella della statua della Madonna con il bambino portata in processione dagli abitanti di Pescara del Tronto e rimasta illesa dopo la scossa del 24 agosto 2016 che distrusse la chiesa e l'altare che l'ospitava.
E' un caso, non l'unico documentato, di come reliquie , statue, dipinti su cui si appunta la particolare devozione dei fedeli riescano sovente a sopravvivere illesi alla distruzione .
Ognuno lo interpreterà secondo le sue personali inclinazioni, ma è un fatto che qualcosa del genere è accaduto anche a Gubbio, dove la statua fissata sulla sommità del Cero di Sant'Ubaldo, caduto rovinosamente durante la corsa dello scorso 15 maggio, ne è uscita con la testa e il volto del Santo singolarmente intatti.
Le immagini di quella caduta sono note a tutti, con la statua che rovina a terra da circa 5 metri di altezza e colpisce prima il muro e poi la barra di ferro che si trova tra gli archi del loggiato lungo il tratto finale della calata dei Ferranti. Le parti della statua si staccano e tra queste anche la testa, tanto da richiedere la sostituzione dell'intera statuina. Non erano pochi coloro che ritenevano tale danno irreparabile, non nascondendo l'ipotesi anche di realizzare un Santo ex novo.
L'esito del sopralluogo svolto lunedì sera dalla Soprintendenza ai beni artistici e storici dell'Umbria nella persona della dotteressa Tiziana Biganti, insieme al Comune di Gubbio e all'Università dei Muratori, soggetti a cui spetta la tutela e conservazione dei Ceri e loro statue, e insieme anche al gruppo di restauratori (tra cui l'autore delle statue Luigi Passeri) ha dato un esito quasi impensabile : la statua di Sant'Ubaldo è in più che buone condizioni e in particolare la sua testa , l'elemento più nobile ed esposto al culto, è assolutamente intatta: "Siamo rimasti sorpresi anche noi - ha ammesso al microfono di TRG, raggiunta telefonicamente, la stessa Biganti - perchè l'urto della statua dovuto alla caduta del cero è stato molto violento e temevamo di non poterla recuperare. Invece il volto è completamente intatto. Ognuno può darne la lettura che sente propria, di sicuro si tratta di un fatto sorprendente". Ancor più esplicito Paolo Salciarini, responsabile dei Beni culturali per la Diocesi: "Credo che sia difficilmente spiegabile quanto accaduto. Tutti ritenevano che la statuina del Patrono fosse definitivamente perduta, invece è stata preservata. Ho la mia convinzione su cosa e come sia avvenuto".
Le parti più danneggiate del santo risultano essere le mani, la sinistra in particolare, mancante di quasi tutte le dita, mentre la parte destra ha spaccature più vistose ad un braccio. Marcata la ferita inferta dalla stanga di ferro anche alla parte bassa della statua. Recuperate invece tutte le parti della veste del Santo , compresa la fibbia del mantello al cui interno è conservato l'oggetto più vicino al Patrono, un lembo del piviale originale, preziosa reliquia che per fortuna o per altro motivo ha resistito alla caduta e alla sua perdita.
Già al lavoro il gruppo di restauratori che si occupa della cura dei Ceri per un intervento che sarà di ricostruzione delle parti mancanti e di riassemblaggio: "Il nostro intervento sarà di ricomposizione di alcune parti risultate rovinate dall'impatto - ha confermato Roberto Fofi, dell'equipe di esperti restauratori - e restauro di quelle che sono uscite sostanzialmente indenni".
Gubbio/Gualdo Tadino
24/05/2017 09:21
Redazione