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A Città di Castello la mostra ‘Raffaello giovane e il suo sguardo’: il racconto di come l’artista diventa maestro

Opere della maturazione dell’urbinate tornano per la prima volta in città, alcune sottoposte a restauro.

L’incontro impossibile tra Raffaello e Signorelli sarà uno dei molti motivi per cui visitare la mostra “Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo”, promossa nell’ambito del Cinquecentenario nella Pinacoteca comunale. Un percorso che racconta gli anni di Raffaello a Città di Castello in cui diventa maestro autonomo, attraverso alcune importanti opere come quella di esordio, l’Incoronazione di san Nicola da Tolentino (1500) e il Gonfalone della SS. Trinità, dense di ricordi acerbi e riassuntivi della tradizione urbinate accanto a rielaborazioni della tradizione peruginesca, fino ad arrivare alla fine del suo periodo umbro con lo Sposalizio della Vergine (1504), ultima opera realizzata dall’artista in città in cui raggiunge traguardi di impressionante modernità e il punto di svolta che segnerà il compimento della sua giovinezza creativa, proiettandolo verso le nuove sfide di Firenze e di Roma. È quello che propone la mostra ‘Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo’ ospitata dalla Pinacoteca tifernate che sarà inaugurata sabato 30 ottobre e rimarrà aperta al pubblico fino al 9 gennaio 2022, nell’ambito del cinquecentenario della morte di Raffaello. Promossa da Comitato regionale umbro per le celebrazioni raffaellesche, Comune di Città di Castello e Regione Umbria, e inserita nel calendario delle manifestazioni approvate dal Comitato nazionale per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio, presieduto dal prof. Antonio Paolucci dal 2018 al 2021 e dalla prof.ssa Michela di Macco dal 2021, la mostra è curata da Marica Mercalli, già Soprintendente dell’Umbria e ora direttore generale per la sicurezza del Patrimonio culturale del MiC, e Laura Teza, professore associato di Storia dell'Arte moderna dell'Università degli Studi di Perugia. Cuore dell’esposizione è il gonfalone della Santissima Trinità di Raffaello, unica opera mobile del maestro rimasta in Umbria, conservata nella Pinacoteca e considerata dalla critica uno dei suoi primi dipinti. Le altre opere di Raffaello in mostra tornano a Città di Castello per la prima volta in questa occasione. “Il gonfalone – spiegano le curatrici – testimonia il processo graduale di affrancamento di Raffaello dal suo maestro Pietro Vannucci detto il Perugino e il confronto diretto con Luca Signorelli”, uno degli artisti più studiati dall’urbinate negli anni della sua giovinezza. L’opera, sottoposta a un nuovo, importante restauro da parte dell’Istituto Centrale del Restauro (ICR), rimarrà in modo permanente nella Pinacoteca in una sala in cui è stato trasferito anche il Martirio di San Sebastiano di Luca Signorelli, verso il quale Raffaello ha nutrito grande interesse. Testimonianza di questo si riscontra in due disegni, ora all'Ashmolean Museum di Oxford (WA 1846.145, and WA 1846.147). I due dipinti d’ora in poi, Gonfalone e Martirio, verranno mostrati fianco a fianco nella stessa sala, a testimonianza dello sguardo di Raffaello che li ha legati insieme per sempre. Il rapporto di Raffaello con Signorelli, fenomeno cruciale della sua crescita del 1502-1503, è invece documentato dalla presenza della Madonna della Pace di San Severino Marche. Tra le opere in mostra anche i dipinti l’Eterno e la Vergine, conservati al Museo nazionale di Capodimonte a Napoli e sottoposti a restauro nell’ambito di questa esposizione, e la testa di Angelo alla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia. I frammenti del quadro che vede Raffaello esordire come magister, a soli 17 anni: la grande tavola con l'Incoronazione di san Nicola da Tolentino, che tornano nel luogo dove furono dipinti per la prima volta. Di quest’opera, danneggiata dal terremoto del 1789, sarà presentata durante la mostra tifernate una ricostruzione virtuale che diventerà installazione permanente nella Pinacoteca. Grazie all’utilizzo di video, tradotti in varie lingue, si ricostruirà il contesto ambientale anche delle altre opere di Raffaello eseguite a Città di Castello e ora conservate altrove. A chiudere il percorso espositivo sarà lo Sposalizio della Vergine (1504), il dipinto che segna la svolta nella carriera di Raffaello e la cui impostazione si misura, in un confronto voluto e serrato, con l’analogo soggetto che Pietro Perugino stava preparando per il Duomo di Perugia. Allo Sposalizio il maestro Stefano Lazzari della Bottega Artigiana Tifernate dedicherà una riproduzione fedele che rimarrà nella Pinacoteca comunale e prenderà forma, giorno dopo giorno, durante la mostra. I visitatori potranno seguire le fasi compositive, gli accorgimenti prospettici, le procedure tecniche che una bottega pittorica del Rinascimento attuava nel dipingere un quadro. A fare da corredo alla mostra il catalogo, che contiene una sezione dedicata all’edizione critica dei documenti relativi alla presenza di Raffaello a Città di Castello, curato da Laura Teza e Marica Mercalli, e pubblicato da Silvana Editoriale. Composto di oltre 200 pagine, contiene un ricco apparato iconografico e 17 saggi, a cura di alcuni tra i più importanti studiosi di Raffaello nel panorama internazionale, in cui si analizza l'attività giovanile dell'artista urbinate negli anni trascorsi nella città umbra tra 1499 e 1504. Apertura della mostra sabato 30 Ottobre 2021 dalle ore 18.00, nel rispetto delle normative Anti Covid, Per visitare la mostra è consigliata la prenotazione: cultura@ilpoliedro.org, 075 8554202.

Città di Castello/Umbertide
27/10/2021 11:17
Redazione
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