È un fenomeno diffuso e che genera sempre più indignazione vista la crescente sensibilità ambientale. È quello dell'abbandono dei rifiuti in zone diverse da quelle concepite per il loro conferimento. Un malcostume condiviso da numerosi comuni della Regione e che malgrado le campagne di sensibilizzazione e le iniziative di associazioni e onlus, attive nella raccolta di spazzatura dispersa nell'ambiente, continua ad attanagliare i territori, soprattutto le zone di campagna. Nei pressi di Loreto, frazione nord-ovest del comune di Gubbio, a circa 11 chilometri dal centro cittadino, una serie di rifiuti spuntano qua e là tra la vegetazione e i bordi delle strade. Sacchi pieni di spazzatura, cassette e bottiglie in plastica fanno capolino tra piante e arbusti lungo una scarpata. A due passi da un piccolo ruscello, una macchina giocattolo giace abbandonata da chissà quanto. Poco più in basso, in un angolo a ridosso della strada, si trovano sedili di auto, sanitari bagno, sacchi e bottiglie di plastica. A Semonte due materassi giacciono indisturbati tra il verde della campagna. Sono sempre più i cittadini che, anche grazie ai social, denunciano la presenza di discariche a cielo aperto, che richiedono interventi di bonifica, spesso portandoli direttamente a compimento attraverso iniziative volontarie e che stigmatizzano il modus operandi di chi disperde rifiuti nell'ambiente, azione incomprensibile questa, se si considerano le zone dell'abbandono, a volte impervie. Con il medesimo sforzo di quello impiegato per raggiungerle infatti si potrebbe direttamente andare in discarica (quella di Gubbio è aperta tutti i giorni) e contribuire dunque al corretto smaltimento della spazzatura. Vale sempre la pena ricordare che alle casse del Comune di Gubbio la bonifica di discariche abusive costa in media 10mila euro all'anno. E a rimetterci sono le tasche dei cittadini.