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A Palazzo Ducale di Gubbio oggi alle 16.30 l'inaugurazione della mostra di ceramica su Giuseppe Magni

A Palazzo Ducale di Gubbio oggi l'inaugurazione della mostra su Giuseppe Magni . L'evento promosso da Polo museale dell'Umbria, Fondazione Carisp, Maggio Eugubino

S’inaugura oggi pomeriggio a Palazzo Ducale il percorso espositivo a cura di Ettore Sannipoli organizzato dal Polo Museale dell’Umbria, dalla Fondazione CariPerugia Arte e dall’Associazione Maggio Eugubino.

Un progetto che nasce dalla comune volontà di valorizzare la figura di Giuseppe Magni, orefice, decoratore e miniaturista che ha lasciato una grande produzione e una vera e propria scuola che, nel corso del Novecento e praticamente sino ai nostri giorni, è stata proseguita da molti altri valenti artisti nati e operanti sul territorio eugubino. C’è quindi l’Umbria, con le opere del grande maestro nato a Gubbio che sin da bambino si è interessato all’arte, dedicando un impegno sempre maggiore alla pittura sulla maiolica, che praticò fino agli ultimi anni di vita. C’è poi anche la testimonianza di una fase particolarmente significativa della storia della ceramica, quella dello Storicismo che, nella seconda metà dell’Ottocento, vide un grande slancio animare pittori, ornatisti e decoratori, spinti in una sorta di pellegrinaggio artistico verso le città che vantavano una antica tradizione nella maiolica con l’obiettivo di rinverdirne i fasti e riconquistare il mestiere perduto. I nomi bastavano da soli a suscitare immagini esaltanti: Faenza, Urbino, Deruta, Montelupo, Venezia, Firenze, Casteldurante, Pesaro, Castelli, Savona, Gubbio e così via. Questo il contesto in cui si intende proiettare i visitatori della mostra “Giuseppe Magni la maiolica italiana dello Storicismo” che verrà inaugurata al Palazzo Ducale di Gubbio oggi  alle 16.30, e resterà aperta fino al 20 maggio 2018. Voluto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e organizzato insieme dal Polo Museale dell’Umbria, dalla Fondazione CariPerugia Arte e dall’Associazione Maggio Eugubino, e con il patrocinio del Comune di Gubbio, il percorso espositivo offre dunque una panoramica completa sulla ceramica italiana dello Storicismo, contesto culturale nell’ambito del quale Magni operava e di cui era uno dei massimi rappresentanti. Il curatore Ettore A. Sannipoli ha concepito un percorso espositivo che si compone di 64 opere, di cui 32 realizzate dall’artista eugubino provenienti in parte dalla sua collezione personale di recente acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e in parte da altre collezioni pubbliche e private di Gubbio. Si tratta di piatti e targhe i cui soggetti principali sono i modelli celebri dell’arte italiana dal Quattrocento all’Ottocento, con speciale predilezione per opere di estrazione classicistica. Accanto alle sacre raffigurazioni, compaiono soggetti mitologici, allegorici, storicistici e d’ispirazione letteraria. Non mancano riferimenti municipalistici, ritratti di personaggi illustri e quant’altro. Personalissima e di notevole effetto è poi la scelta dei motivi ornamentali dei piatti e delle targhe, sempre diversi e di grande ricchezza decorativa: da quelli d’impostazione classicheggiante, ad altri con arabeschi, motivi fitomorfi e geometrici, medaglioni, nastri svolazzanti. Le altre 32 opere - anch’esse conservate in collezioni private eugubine -  sono invece produzioni di fabbriche italiane dello Storicismo e dell’Eclettismo tardo ottocentesco o del primissimo Novecento. La scelta ha interessato la produzione dei principali opifici storicistici attivi nell’Italia mediana, tra i quali vanno ricordati la manifattura Ginori di Doccia, la fabbrica Cantagalli di Firenze, la società Achille Farina di Faenza, la fabbrica Angelo Minghetti di Bologna, le Ceramiche Artistiche Molaroni di Pesaro, le ceramiche Pio Fabri di Roma.

Contro le aspettative del padre, Giuseppe Magni (Gubbio 1819 – ivi 1917) si dedica fin dalla giovinezza alle arti. Frequenta le scuole tecniche eugubine sotto la direzione di Giovanni Nini. In seguito si reca a Perugia per imparare l’arte dell’oreficeria presso Diomede Martelli. Nel contempo frequenta saltuariamente la locale Accademia di Belle Arti, allora diretta da Silvestro Valeri, allievo di Tommaso Minardi. Ritornato a Gubbio, intraprende la professione di orefice e inizia a decorare ceramiche per la società Fabbri-Carocci. Nel 1862 ottiene l’incarico di maestro di disegno nelle scuole tecniche comunali: svolgerà tale funzione per 35 anni, formando intere generazioni di giovani eugubini. Nel frattempo continua la sua professione di gioielliere e di orefice, definitivamente cessata nel 1880. Si applica inoltre nel campo della miniatura e in quello della decorazione ceramica, prima con Giovanni Spinaci (1869) e poi autonomamente o in collaborazione con il fabrianese Cesare Miliani. Dopo aver lasciato l’insegnamento si dedica con sempre maggiore impegno alla pittura sulla maiolica, che pratica fino agli ultimi anni di vita.

Gubbio/Gualdo Tadino
24/11/2017 12:31
Redazione
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