Calzoncini corti di jeans, sandali, petto nudo, un rosario intorno al collo. Al suo fianco una bella asina di colore grigio, Cenerina, fedele compagna di un viaggio che ha dell'incredibile. Obiettivo percorrere a piedi il cammino che separa Gubbio dal famoso luogo di culto Santiago de Compostela. Protagonista della straordinaria avventura un eugubino di 36 anni, Simone Piergentili, che venerdì è partito da Ponte D'Assi, insieme a Cenerina e ad un carretto con pochi ma fondamentali oggetti, dai maglioni di lana alle taniche di acqua, alla biada per l'amico quadrupede, alla volta del santuario spagnolo. Un viaggio lungo, anzi lunghissimo se si decide di percorrerlo a piedi, circa 3mila chilometri lungo strade e cammini. Simone è diretto a Siena dove imboccherà la via Francigena, passando per Lucca, Fidenza, Vercelli e Torino fino a Monginevro, al confine con la Francia. Dopo aver attraversato lo stato francese, il pellegrino eugubino proseguirà per il cammino di Santiago che conduce direttamente alla tomba dell'apostolo Giacomo. Durata del viaggio sei mesi, giorno più giorno meno. A Santiago Simone Piergentili si fermerà per qualche tempo, poi ripartirà alla volta di Gubbio, per altri sei lunghissimi mesi. Ma che cosa ha spinto Simone ad intraprendere una così bizzarra avventura? La fede in Dio e, soprattutto, il bisogno di rendere grazie al Signore. "Sento il bisogno di ringraziare Gesù Cristo per tutte le grazie che mi ha fatto nel corso della vita - ha affermato Simone - Cristo mi ha dato tanto e io sono in debito con lui". Da qui la decisione di vendere l'auto, la moto e altro ancora, lasciare la propria famiglia e in particolare i due figli - un maschio di 15 anni e una femmina di 8 - acquistare un'asina, "animale umile e robusto, fedele compagna di viaggio", dice Simone, e partire alla volta di Santiago. Per bagaglio soltanto un sacco a pelo e una tenda, per ripararsi durante la notte, qualche maglione di lana e un paio di scarponi in vista dei mesi invernali, una tanica d'acqua e un sacco di biada per l'asino, qualche soldo in tasca e un cellulare per chiamare i figli. Per mangiare Simone farà affidamento soprattutto alla carità della gente che incontrerà lungo il cammino, uomini e donne che già nei suoi primi giorni di pellegrinaggio gli hanno dimostrato una solidarietà inaspettata. "Alcuni mi hanno offerto un panino, altri una bibita fresca. Tutti mi hanno riservato un sorriso o una frase d’incoraggiamento - aggiunge Simone - gesti che mi danno la carica giusta per proseguire nel mio viaggio". Momenti di difficoltà infatti Simone li ha già incontrati ma è riuscito a superarli grazie alla fede. "Di notte, quando mi sento solo e ho nostalgia dei miei figli, recito una preghiera al Signore e dico 'sia fatta la tua volontà, non la mia' - aggiunge Simone - Ora sono felice perché Gesù Cristo mi ha fatto capire che ho intrapreso la strada giusta".
Gubbio/Gualdo Tadino
23/07/2008 11:00
Redazione