Durante l’ultimo Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, svoltosi a Firenze dal 7 al 10 novembre, è stato conferito il premio al lavoro "Il caso dello iodio", realizzato dal Centro Studi Nutrizione Umana di Gubbio, coordinato dalla ASL 1, che dimostra la possibilità di eliminare una malattia endemica dopo un importante e pluriennale lavoro di sensibilizzazione della popolazione per favorire l’uso regolare di sale iodato. Tra le motivazioni del premio è stata sottolineata la piena applicazione della Legge Nazionale sulla prevenzione del gozzo tiroideo, ricordando anche l'enorme impatto economico di questa patologia. Il lavoro, realizzato da Guido Monacelli, L. Taragnoloni, M. Palumbo, S. Notari, si inserisce nell’ambito del progetto “Città del ben…essere!!” che ha come obiettivo la eliminazione o il contenimento delle malattie legate a scorretti stili di vita, con particolare riguardo per l’alimentazione e tratta temi inerenti alla malnutrizione per eccesso e per difetto, con una particolare attenzione alla iodocarenza. L’idea nasce nel 1995 a seguito di una indagine condotta nel comune di Gubbio dall'Università degli Studi di Perugia che dimostrò una elevata endemia gozzigena (prevalenza di gozzo in età scolare pari al 28% e valori di ioduria inferiori a 100 mcg. nel 64% dei campioni raccolti). In base a questi dati la ASL 1 Umbria ha promosso una campagna promozionale per la diffusione dell'uso di sale iodato nella popolazione, ha raccolto informazioni tramite interviste sulle motivazioni che ostacolavano l'utilizzo regolare di sale iodato e ha invitato il Comune di Gubbio a renderne obbligatorio l'uso nella refezione scolastica. E’ stato così avviato il progetto “Iodio per tutti”, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio Perugia, che ha comportato una capillare sensibilizzazione di tutti i livelli dell'assistenza (medici e pediatri di base, medici del territorio e ospedalieri, personale non medico) ed in tutte le sedi (ospedaliere, territoriali, farmacie), un’azione mediatica e il coinvolgimento delle scuole e dei punti vendita. Nelle famiglie che hanno partecipato al progetto è stato evidenziato un utilizzo dichiarato di sale iodato in progressivo aumento. La conferma decisiva è venuta dal progressivo incremento delle vendite di sale iodato, che subiscono una impennata progressiva nel periodo 1997-2004 e raggiungono un livello quasi triplo rispetto alla media nazionale, con una conferma dei valori nelle rilevazioni del 2009 e nelle recentissime del 2012. In particolare, nei punti vendita dove il prodotto è stato esposto in modo ottimale, sono stati registrati dei picchi che raggiungono l'84% del totale. La campagna di iodoprofilassi è stata nel tempo estesa alla Fascia Appenninica ottenendo risultati sovrapponibili, anche se osserviamo un recente decremento delle vendite di sale iodato.. I risultati si sono rivelati anche più soddisfacenti delle aspettative e al termine della campagna di iodoprofilassi è stata rilevata una riduzione dell’endemia gozzigena. “In base ai risultati oggi disponibili, gli obiettivi che ci siamo prefissati – sottolinea Guido Monacelli, coordinatore del progetto - sono quelli di raggiungere un livello stabile di vendite pari all' 80% del totale: dobbiamo infatti sottolineare che nelle zone dove la campagna di sensibilizzazione è stata di lunga durata e più intensa, si sono ottenuti risultati quasi ‘plebiscitari’. Inoltre ci muoveremo per estendere l'utilizzo di sale iodato ai vari settori della ristorazione collettiva, cosa importante se consideriamo che l’intake di sale è ampiamente influenzato da questa variabile, e infine per confermare nel tempo la eradicazione dell’endemia gozzigena, come peraltro sollecitato dai provvedimenti legislativi in materia”.
16/11/2012 11:29
Redazione