Continua a destare forti preoccupazioni la decisione del Tribunale del Riesame di Perugia di interrompere il commissariamento delle quattro aziende edili umbre coinvolte in Appaltopoli (tra cui la Seas di Umbertide) con l'esclusione delle stesse anche dagli appalti pubblici per i prossimi mesi. Sulla vicenda interviene con toni preoccupati anche la Cna di settore: “Il rischio chiusura per alcune delle imprese coinvolte nelle recenti vicende di appaltopoli, interdette dalla partecipazione alle gare pubbliche, potrebbe estendersi in breve tempo a molte piccole imprese umbre dell’indotto: si tratta di oltre 100 imprese con circa 500 addetti”. A lanciare l’allarme è Leonello Antonelli, Presidente provinciale dell'associazione. “Nell’ultimo decennio lo sviluppo del settore ha contribuito in maniera determinante alla crescita del PIL dell’Umbria e non vorremmo che questa vicenda - afferma Antonelli - vada ad aggravare una situazione già non del tutto rosea nel prossimo futuro”. Dai dati desunti dal recente Rapporto sul Mercato Immobiliare, realizzato dall’Agenzia del Territorio, emerge infatti una situazione molto critica.
Nel primo semestre del 2008 nel centro Italia si è verificata una riduzione del 15% delle transazioni in edilizia residenziale con contemporanee, pesanti riduzioni anche nei settori del terziario, produttivo e commerciale: ciò fa prevedere una forte contrazione delle opere che potranno essere realizzate nel biennio 2009 – 2010.
In riferimento agli appalti pubblici, inoltre, dalle prime analisi della finanziaria per il 2009, emerge una drastica riduzione, nell’ordine del 15,6%,, delle risorse disponibili per la realizzazione di nuove infrastrutture che determinerà una forte riduzione delle gare di appalto.
“In questo contesto, ferme restando le eventuali responsabilità personali dei singoli soggetti coinvolti nella vicenda “appaltopoli”, rispetto alle quali non spetta a noi esprimere giudizi – prosegue Leonello Antonelli - la nostra associazione è fortemente perplessa in merito all’interdizione dagli appalti pubblici per le quattro imprese in questione, che se dovesse restare espressa negli stessi termini, vorrebbe dire la fine certa di imprese che sono alcune delle più strutturare che operano a livello regionale, nazionale ed internazionale, che nel corso degli ultimi anni per le loro capacità professionali, tecniche ed economiche hanno contribuito certamente a trainare, insieme ad altri, la crescita di tutto il sistema imprenditoriale locale.
Accanto a queste aziende sono cresciute e si sono strutturate molte piccole imprese artigiane, che insieme a loro hanno contribuito a creare occupazione e ricchezza, svolgendo una funzione sociale non indifferente.
“Convinti – conclude Leonello Antonelli - che il rispetto delle regole sia fondamentale per garantire un corretto funzionamento del mercato e della competizione tra le imprese, riteniamo che non ci possano essere imprese senza imprenditori che quotidianamente assumono rischi sulla propria pelle con l’obbiettivo di creare ricchezza e posti di lavoro, e che le eventuali responsabilità personali non debbano penalizzare centinaia di lavoratori e le loro famiglie. Le imprese, a nostro avviso, una volta sospesi dagli incarichi aziendali i soggetti coinvolti nelle indagini della procura, dovrebbero essere messe nelle condizioni di poter continuare ad operare liberamente nel mercato, ovviamente nel pieno rispetto delle regole e della libera concorrenza”.
05/10/2008 18:04
Redazione