"Purtroppo bisogna riconoscere che l'opera di ricostruzione dopo il terremoto procede con intollerabile lentezza: dobbiamo imprimere una svolta decisiva. Dobbiamo affrontare un rischio maggiore, cioè che questi territori, anche dopo il recupero, vengano abbandonati per sempre e non abbiano più una comunità per abitarli. Per questo la ricostruzione deve andare avanti senza altri indugi". Lo ha affermato il premier Giuseppe Conte, ad Assisi, in occasione delle celebrazioni per San Francesco patrono d'Italia. Una dichiarazione forte che sa anche di autocritica dal momento che in almeno la metà dei 3 anni che distano dal sisma, è stato proprio Conte il primo ministro.
E l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo tra i più critici per l'operato del Governo in questi 3 anni, ha accolto con viva soddisfazione le parole che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha pronunciato: «Aspettavamo da tempo – ha detto il Presidente della Conferenza episcopale umbra - che anche le Istituzioni prendessero coscienza della “intollerabile lentezza” dell’opera di ricostruzione e del grave rischio dello spopolamento delle nostre vallate. Auspichiamo che le autorevoli affermazioni che ci giungono dalla piazza di S. Francesco si traducano senza ulteriori indugi in consolante realtà».
"Accolgo con piacere le parole del Premier Conte - ha commentato il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno - Spero che abbia preso finalmente coscienza di quello che stiamo vivendo. E’ proprio “intollerabile” la lentezza del processo di ricostruzione e occorre rischiare per imprimergli una forza propulsiva. Ora, adesso più che mai, siamo chiamati a decidere cosa fare delle nostre vite in questi territori e le Istituzioni e il Governo Italiano devono starci vicino traducendo però questi buoni propositi in un decreto Sisma Centro Italia, al quale abbiamo già iniziato a lavorare, che accolga tutte le istanze che in questi anni sabbiamo sempre sottoposto all’attenzione del parlamento e del Governo in merito alla semplificazione delle procedure, al personale per i comuni, uffici speciali e sopraintendenze e agli strumenti per sostenere le imprese e le famiglie. Il tempo, lo ripeterò fino allo stremo, non è una variabile secondaria".
Più critica da Forza Italia la senatrice Fiammetta Modena: "Il 4 ottobre per l'Umbria è un momento di meditazione interiore, nel nome di San Francesco. Avremmo preferito sentire parole più accorte da parte del Presidente del Consiglio oggi sulla tragedia del terremoto. O meglio avremmo preferito il silenzio. Sia il Pd che i Cinque stelle, con diverse alleanze, sono venuti in Umbria. Il risultato sono state leggi inadeguate, un commissario assente, la incapacità di spendere i fondi, cospicui, messi a disposizione dall'Europa. Eppure tutti sono venuti a vedere il paesaggio lunare, le aziende chiuse, le stazioni sciistiche che non riaprono, le aziende agricole desertificate. E' un po' difficile credere che la ricostruzione sia una priorità del governo. Per i pentastellati e per i Dem non lo è stata prima, non capiamo come possa diventarla ora".
Assisi/Bastia
04/10/2019 16:47
Redazione