Atti vandalici contro il presepe di Gubbio

Richiama ogni anno centinaia di turisti ed eugubini: il presepe a grandezza naturale di San Martino in questi giorni però ha subito un attacco vandalico: è stato dato fuoco alla zona delle lavandaie, distruggendo due statue e i motori dell’acqua, rovinando anche il cammello. Scrive allora il parroco Don Giuliano Salciarini: "Caro giovane eugubino, io non ti conosco e non so perché di notte vai in giro, so soltanto che non è piacevole per noi costatare al mattino quello che sei capace di fare di notte, perché la notte ti nasconde, non fa vedere il tuo volto anonimo e ti fa sentire un eroe. Questa mattina domenica 28, ancora una volta in piazza san Martino girava la notizia che alcuni di voi hanno dato fuoco al Presepe dei vicoli, dove ci sono le lavandaie, distruggendo due statue e i motori dell’acqua, hanno rovinato il cammello e spostato alcuni oggetti. Allora mi viene voglia di chiederti ma perché sei cosi vigliacco da fare queste cose di notte, quando nessuno ti vede. Perché prendertela con statue inermi messe lì dal lavoro e dalla pazienza di alcune persone che vogliono rendere più bello il Natale? Perché non hai rispetto del lavoro degli altri che hanno sacrificato molte serate per rendere più bello il Natale, della città che gode di queste iniziative culturali fatte dal volontariato, del turista che arriva per vedere l’albero o i presepi? Poi sono costretto ad accostare questi fatti agli altri più o meno eclatanti avvenuti precedentemente e mi accorgo che questo tu lo fai non in giorni qualsiasi, ma il sabato sera o alla vigilia della festa. Credo che ormai è diventato veramente banale dire che i giovani stressati dal lavoro della settimana si rifugiano nel sabato sera prima per bere o assumere sostanze non edificanti e poi per fare questi gesti vandalici che vengono liquidati semplicemente come “bravate”. Oggi si celebrava la festa della Sacra Famiglia. E allora mi viene da pensare ai vostri genitori, che sicuramente diranno che i loro figli sono i “meglio” degli altri, che non farebbero mai tali cose. E invece con amarezza constato che siete stati proprio voi ragazzi di Gubbio, che non volete bene alla vostra città, che non siete abituati a rispettare il lavoro degli altri, che quando tornate a casa nelle ore piccole della notte non avete un padre o una madre che magari vi hanno atteso preoccupati del vostro ritardato rientro, che non si preoccupano se tornate ubriachi o impasticcati, perché poi tanto vi lasciano dormire la domenica fino a tarda ora, perché, “pori cocchi” siete rientrati tardi. E’ amaro constatare tutto questo, e pensare che ancora una volta bisogna ricorrere alle forze dell’ordine per far rispettare ciò che in realtà è nella natura delle cose, ma il rispetto per gli altri forse non è più una cosa che si insegna ai propri figli. Che tristezza!!!!!"