Una modifica della riforma dell'autotrasporto per rendere le pmi più forti sul mercato e meno schiave del caro-costi. Più attenzione sui controlli stradali e una politica per il potenziamento delle infrastrutture che sostenga fattivamente l'intermodalità. Sono solo alcune delle richieste che CNA Fita Umbria mette sul tappeto a Finanziaria approvata, preannunciando la riapertura della vertenza tra imprese di autotrasporto, che in Umbria sono circa 2700, e governo. Gli imprenditori del settore contestano infatti le inadempienze del protocollo d'intesa raggiunto con le associazioni di categoria nel febbraio scorso e i contenuti del disegno di legge finanziaria 2008. In primis, la stasi legislativa e le poche risorse destinate al settore (200 mln circa contro i 575 richiesti!). “La Finanziaria 2008 – dichiara Pasquale Trottolini, Responsabile provinciale di Perugia CNA-FITA - ha infatti drasticamente ridimensionati i contributi al settore . Negli interventi di tipo economico, non si rintracciano infatti stanziamenti su specifiche misure già contenute nella Finanziaria 2007, come la riduzione del costo del lavoro, quella per i pedaggi autostradali, gli sgravi INAIL, il contenimento dei costi per telefonia ed i contributi per le piccole portate destinati all’acquisizione di veicoli euro 4 o euro 5. Ma specialmente sono state epurate quelle innovazioni normative che avrebbero dovuto affrancare l'autotrasporto dalla schiavitù e dalla dipendenza dagli aiuti erogati con le leggi Finanziarie, creando le premesse per il ripristino di un mercato sano in cui le condizioni di sopravvivenza dell'impresa si determinino in una corretta dinamica di rapporti fra committente e fornitore del servizio”. “In un clima di precarietà ormai generalizzato e di fronte alle crescenti difficoltà che devono affrontare gli autotrasportatori - aggiunge Elio Burzigotti Presidente Regionale CNA-FITA– la totale assenza di risposte sul piano normativo e il taglio delle provvidenze per il settore, sono destinati a minare le residue speranze di un comparto che viaggia da mesi sull’orlo di un fallimento annunciato. Nella sola provincia di Perugia –fa sapere Burzigotti - in meno di tre anni sono cessate oltre 200 imprese!”. Ad incidere pesantemente, secondo Cna-Fita, è il caro costi carburante causato dall’aumento del prezzo del gasolio e dall’impossibilità di rivalersi sulle tariffe. “Oggi un litro di gasolio costa 1,258 euro”, spiega Burzigotti, “e anche sull'extrarete, cioè sulla rete parallela di cui usufruisce il 20% delle imprese di autotrasporto, si registrano rincari record che toccano il 9% sul costo base di inizio anno e chi ne paga le conseguenze più pesanti non sono solo le imprese di autotrasporto, per le quali il valore del carburante pesa per il 27% dei costi di esercizio, ma anche e soprattutto la stessa economia nazionale”. Le imprese di autotrasporto, ribadisce Mauro Concezzi, Responsabile Provinciale Terni CNA-FITA, sono al collasso. “Le aziende del settore sono deboli contrattualmente e non riescono nel brevissimo periodo ad aumentare le tariffe dei servizi”, insiste Concezzi. “Ne deriva che di questa situazione si avvantaggia la concorrenza straniera: un veicolo sloveno, gravato da costi del carburante mediamente del 20% inferiori e con un serbatoio di 1.200 litri, riesce a raggiungere la Sicilia e a rientrare senza rifornirsi”. Altra questione rispetto alla quale CNA Fita ha espresso forti critiche è il documento sulla tracciabilità e quindi il coinvolgimento e la corresponsabilizzazione della filiera produttiva; norme non praticabili che hanno ha di fatto deregolamentato il settore con la conseguenza che gli autotrasportatori hanno scarsa capacità contrattuale. Le pmi chiedono inoltre la revisione del contratto obbligatorio tra le parti, una diversa strategia di controlli sia su strada che in azienda e l'introduzione di tempi certi, per i pagamenti sul modello francese, che fissa a trenta giorni dalla consegna il limite per il pagamento delle ditte di autotrasporto .Circa un quinto cioè dei tempi medi attesi a oggi in Italia. “L'autotrasporto in Italia è un insostituibile motore e cerniera dell'economia del paese, ma le imprese di autotrasporto si trovano in uno stato di crisi senza precedenti nella storia del settore, a causa di un sistema che non sviluppa efficienze strutturali, non tutela la trasparenza del mercato e, di conseguenza, non è destinato a garantire una maggiore sicurezza stradale. Pur apprezzando l’impegno sul sistema viario/infrastrutturale ed intermodale che pure incide fortemente sui costi e su altri importanti aspetti dell’attività, CNA/FITA – conclude Burzigotti - ha ufficialmente riaperto la vertenza con il Governo a cui aveva chiesto di incentrare la manovra non tanto su interventi di tipo economico, quanto su una serie di “controriforme” strutturali che consentissero alla categoria di compensare lo strapotere contrattuale delle committenza ed avere, dal mercato, il giusto riconoscimento economico: questo DDL non garantisce né l’una né l’altra misura !”.
19/11/2007 09:42
Redazione