BPS: confronto aperto tra Scs e la Clitumnus

E' confronto aperto per il controllo della Banca Popolare di Spoleto. Una cordata di imprenditori e fondazioni del territorio umbro, riunite nella societa' Clitumnus, si è fatta avanti per rilevare la quota del 51,7% della banca in mano alla Spoleto Credito e Servizi (Scs), storico azionista di controllo, con successivo lancio di opa totalitaria sul flottante in Borsa. "La Banca Popolare di Spoleto non è in vendita" ha replicato a stretto giro di posta Giovannino Antonini, presidente di Scs ed ex presidente dell'istituto, da cui si è dimesso all'inizio del 2011 dopo un lungo braccio di ferro con Bankitalia. "Gli azionisti - ha spiegato all'ANSA - vogliono rafforzare la Bps e stiamo facendo tutte le operazioni che servono". Sul piatto Clitumnus, presieduta dall'avvocato Francesco Carbonetti, ha messo 2,1 euro ad azione, valorizzando l'intera banca 62,5 milioni, e offrendosi poi di ricapitalizzare la popolare "nella misura che risultera' necessaria" in base all'esito dell'ispezione avviata da Bankitalia lo scorso 16 luglio (si parla di 60 milioni). Prevista anche l'emissione gratuita di warrant a favore di Scs e degli altri soci che aderiranno all'opa al fine di consentire una loro partecipazione "allo sviluppo e all'apprezzamento della banca", che dispone di 103 sportelli, più della metà dei quali in Umbria. Nonostante la definizione "amichevole" dell'operazione, finalizzata a "salvaguardare l'autonomia della banca, la sua sede e direzione generale in Spoletoè arrivato un secco 'no' alla proposta di Clitumnus, al cui azionariato partecipano la Fondazione Cassa di risparmio di Perugia presieduta dall'imprenditore Carlo Colaiacovo, alcune fondazioni locali (le casse di Citta' di Castello, Orvieto, Foligno, Terni e Narni) e imprenditori umbri e romani. "Non e' interesse della societa' aderire", ha affermato il Cda si Scs che intende mantenere il 51% della banca "a difesa della sua territorialità e dell'economia regionale". La contesa sulla Spoleto si apre mentre si attende il rapporto ispettivo di Bankitalia sull'istituto umbro, in passato già oggetto di rilievi per una governance inadeguata, con annessa indagine per appropriazione indebita aggravata e ostacolo alle autorità di vigilanza da parte della Procura locale. Palazzo Koch ha congelato la ricapitalizzazione varata la scorsa estate (30 milioni di aumento e 70 di obbligazioni convertibili) in attesa delle risultanze dell'ispezione. "Scs non avra' i soldi per ricapitalizzare" fanno notare fonti di Clitumnus, lasciando intendere di godere anche del lasciapassare di Bankitalia. Per la Scs di Antonini c'e' un ulteriore problema: quello di dover rilevare la quota del 26% nella banca detenuta da MPS, dopo la disdetta dei patti nella popolare tra i due soci. Un impegno il quale potrebbero servire un centinaio di milioni, incluso il costo per il riacquisto della quota in Scs in mano a Rocca Salimbeni.