“Abbiamo constatato una volta di più come si sia voltata pagina nella storia dei rapporti tra la Fondazione Albizzini, il Comune, il suo consiglio comunale e la città, e come sia venuto il momento di guardare al futuro lavorando insieme per fare in modo che la straordinaria eredità di Alberto Burri sia una reale e concreta opportunità di crescita e sviluppo per Città di Castello, a cominciare dalle celebrazioni del centenario della nascita del maestro”. E’ il commento del sindaco Luciano Bacchetta alla seduta congiunta delle commissioni consiliari “Servizi”, “Programmazione”, “Assetto del Territorio” e “Affari Istituzionali” che ha compiuto una ricognizione sulla gestione della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri e sulle iniziative riguardanti le celebrazioni del centenario della nascita di Alberto Burri. All’incontro sono intervenuti i tre rappresentanti del Comune in seno al sodalizio, il presidente Bruno Corà, il vice presidente Rosario Salvato e il consigliere Fabio Nisi, che hanno illustrato l’azione della Fondazione e risposto alle domande dei consiglieri comunali.
Dibattito. A introdurre i lavori è stato il presidente del consiglio comunale Stefano Nardoni, che ha ricordato come l’incontro faccia seguito all’approvazione dell’ordine del giorno con cui il consiglio comunale ha chiesto, tra le altre cose, un confronto semestrale con i propri rappresentanti nella Fondazione Albizzini. A moderare gli interventi è stato il consigliere Cesare Sassolini (Polo Tifernate), presidente della commissione Servizi, che ha espresso ai rappresentanti della Fondazione Albizzini l’aspettativa di chiarire vicende e situazioni recentemente balzate agli onori della cronaca per l’intervista rilasciata a un periodico locale dall’ex presidente del sodalizio Maurizio Calvesi e negli ultimi anni sempre oggetto di interpretazioni controverse, sottolineando l’esigenza di trasparenza prima di tutto nei confronti dei cittadini, eredi dell’opera del maestro Burri. A rimarcare gli enormi passi avanti nel dialogo tra il comune, il suo consiglio comunale, e la fondazione Albizzini dall’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione del sodalizio è stato il sindaco Luciano Bacchetta, che ha sottolineato la disponibilità dei rappresentanti dell’amministrazione comunale e ha espresso l’esigenza di un confronto sereno, nell’interesse della tutela e della promozione del patrimonio Burri, piuttosto che di vicende che appartengono al passato. Il consigliere dell’Idv Roberto Colombo ha chiesto se l’allestimento della mostra su Kiefer negli ex seccatoi del tabacco non abbia violato l’articolo 3 dello statuto della Fondazione, alla luce anche della lettera del maestro in cui aveva espresso la volontà che gli spazi destinati alle sue opere non ospitassero altri artisti. Colombo ha quindi chiesto se fossero in programma alienazioni di opere di Burri, in particolare se corrispondesse al vero la possibilità di una vendita da 5 milioni di euro e fosse ritenuta congrua la cifra di circa un milione di euro di intermediazioni. Il consigliere ha domandato chiarimenti anche sulle modalità di affidamento e sui costi della realizzazione del catalogo generale delle opere di Burri e sull’esistenza di un inventario dei lavori del maestro. Il consigliere del Psi Marco Mearelli ha espresso l’esigenza di comprendere la natura giuridica della Fondazione per capire quali siano i poteri degli organi di vertice e, dunque, dei rappresentanti del Comune. L’esponente della maggioranza ha chiesto anche aggiornamenti sul programma per centenario, sollecitando un’azione di promozione dell’arte di Burri all’estero che possa legare in maniera forte il nome dell’artista a Città di Castello, in modo da attrarre visitatori alle sue collezioni e nel territorio. Il consigliere Sandro Busatti (Fratelli d’Italia) ha letto i numeri del bilancio 2013 della Fondazione, reperito mediante una richiesta alla Regione dell’Umbria. L’esponente della minoranza ha dato conto della perdita di circa 350 mila euro nel bilancio consuntivo 2013, chiuso con il segno negativo come gli esercizi precedenti, invitando la Fondazione a pubblicare l’atto sul proprio sito internet. “Vorrei capire se bilanci chiusi in rosso possano considerarsi sani”, ha chiesto Busatti, che ha espresso dubbi su una gestione in perdita alla luce degli 11 milioni di euro di liquidità della Fondazione, sollecitando un’azione di risanamento. “Nell’ultimo anno sono state alienate opere per oltre due milioni di euro – ha informato Busatti - che bisogno c’era di vendere?”. L’esponente del Centrodestra ha evidenziato come dalla lettura del bilancio si evinca che dalla morte di Burri la Fondazione ha alienato opere per 27 milioni 975 mila euro, il 15 per cento del totale dei beni della fondazione, che è pari a 172 milioni di euro. Busatti ha aggiunto che la gestione dei contenziosi sull’eredità Burri sia costata 11 milioni e 590 mila euro, chiedendo una rendicontazione dettagliata di queste spese. Il consigliere ha anche chiesto di conoscere il budget per gli eventi del centenario e avanzato l’esigenza che la Fondazione, in quanto gestrice anche di fondi pubblici, richieda per ogni iniziativa almeno tre preventivi prima di fare una scelta. Il consigliere de La Sinistra per Castello Alessandro Alunno ha espresso l’esigenza di sapere come la Fondazione stia lavorando “per aumentare il Pil di Città di Castello, ovvero per fare in modo che le celebrazioni del centenario abbiamo una ricaduta anche economica sulla comunità”, invitando il sodalizio a cogliere anche le opportunità di finanziamento messe a disposizione dal Gal Alta Umbria. Alunno ha, poi, manifestato le proprie perplessità sulle costanti alienazioni di opere, “che – ha detto – per me dovrebbero essere l’extrema ratio, non certo l’abitudine”, chiedendo se la Fondazione non intenda almeno avvalersi di una società specializzata come Sotheby’s, anziché rivolgersi altrove. L’esponente della maggioranza ha, infine, posto l’esigenza di un chiarimento sulla previsione effettiva delle figura del direttore generale della Fondazione e chiesto a Corà, alla luce delle dichiarazione rese da Calvesi, se abbia finora ricevuto ingerenze o condizionamenti nell’esercizio delle proprie funzioni di presidente. Il consigliere Valerio Mancini (Lega Nord) ha giudicato inutile la legge per le celebrazioni del centenario di Burri, visto che non prevede risorse da investire. L’esponente del Centrodestra è tornato sulla genesi delle nomine dei rappresentati del Comune per ribadire che le minoranze si erano schierate per una netta discontinuità rispetto al passato e per ricordare come fosse stata condivisa dalle opposizioni la necessità di conoscere alcuni aspetti gestionali, come i rapporti collaborazione e le modalità di restauro delle opere. Per Mancini lo stesso sito web della Fondazione è inadeguato “e – ha detto - resta inspiegabile che non venga pubblicato il bilancio”. Il consigliere ha quindi chiesto conto dell’esistenza di un direttore ed espresso sconcerto per le tante cause che in passato ha affrontato la Fondazione, concludendo con la sollecitazione ad attingere dai professionisti locali per la realizzazione del progetto di piazza Burri. “A noi interessa particolarmente cosa avrà l’opportunità di vivere la nostra città in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita di Burri”, ha affermato il consigliere Cristian Braganti (Patto Civico per Città di Castello), avanzando la proposta di una campagna di informazione nelle scuole per promuovere la conoscenza di Alberto Burri e della sua opera nelle nuove generazioni. “Sarebbe bello promuovere un concorso, aprire i musei in giorni specifici proprio per i bambini per alimentare quella cultura dell’arte e del patrimonio Burri che a Città di Castello manca”, ha concluso Braganti. Il consigliere del Pd Gaetano Zucchini ha sottolineato con soddisfazione la presenza per la seconda volta in otto mesi dei rappresentanti del Comune nella Fondazione, “che – ha detto – dimostra piena adesione al mandato morale dato dal consiglio comunale all’atto della loro nomina”. “La città aveva bisogno di uno scatto di reni nella gestione della Fondazione che dissipasse la sensazione di distacco, i troppi punti oscuri perché non ben visibili da chi ha a cuore la vita di questo sodalizio e del patrimonio Burri”, ha affermato Zucchini, che in polemica con la gestione dei lavori da parte del presidente Sassolini e con il “clima da investigazione”, ha rinunciato a fare l’intervento preparato in coda al lungo dibattito in aula. Analoga scelta, per le stesse motivazioni, ha fatto anche il consigliere del Pd Luciano Tavernelli, che ha criticato una gestione dei lavori che ha relegato il partito di maggioranza ai margini del dibattito. Il consigliere Sassolini ha, quindi, preso la parola per chiarire di aver solamente seguito l’ordine delle richieste di intervento.
Intervento rappresentanti della Fondazione. Il presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri Bruno Corà ha informato i consiglieri delle iniziative intraprese dall’inizio del mandato e insieme al vice presidente Rosario Salvato e al consigliere Fabio Nisi ha chiarito le questioni sollevate dagli interventi dei consiglieri. Il presidente Corà Corà ha innanzitutto illustrato le modalità con cui ha iniziato a lavorare il nuovo consiglio di amministrazione, sottolineando che “da quando siamo stati nominati ci siamo subito mossi affinché il normale iter della vita democratica e delle regole che reggono la Fondazione fossero osservate ed espletate”. “Abbiamo preso delle misure specifiche - ha detto Corà – prima fra le quali che il nuovo presidente dal giorno della sua nomina ascrivesse a sé tutta una serie di poteri che lo statuto prevede”. Corà ha sottolineato che il passaggio di consegne con l’ex presidente sia avvenuto nella massima serenità, in un contesto nel quale la Fondazione ha anche offerto una carica onorifica a Calvesi, e ha quindi manifestato sorpresa per le dichiarazioni rese dallo stesso Calvesi sulla conduzione del sodalizio. “Siamo rimasti stupefatti – ha chiarito Corà – al punto che abbiamo avuto il dubbio che fossero autentiche, ma le abbiamo in ogni caso smentite”. “Devo dire con molta franchezza che da quando sono presidente lavoro con la massima serenità, senza condizionamenti, e sono coadiuvato in modo prezioso dal comitato esecutivo e dal consiglio di amministrazione”, ha puntualizzato Corà. Da parte sua Salvato ha spiegato di avere grande stima di Calvesi, ma di non averne condiviso sempre tutte le scelte. Corà ha quindi dato conto del lavoro avviato per definire il programma delle celebrazioni del centenario della nascita di Burri, portando a conoscenza il consiglio comunale delle principali iniziative in cantiere. Il presidente ha parlato dei progetti che illustreranno la relazione artistica tra Piero della Francesca e Burri e tra il maestro tifernate e Luca Signorelli, della redazione del catalogo generale della produzione dell’artista, che accanto alla pittura e alla scultura, raccoglierà tutta la grafica, i progetti di scenografia e gli studi di architettura, i lavori con le tempere, con il corollario di studi approfonditi sulle espressioni della sua arte. A Milano, all’interno del parco Sempione, davanti al Castello Sforzesco, verrà ricollocato il Teatro Continuo di Burri, grazie al contributo delle istituzioni e della società civile locale, mentre a Gibellina verrà completamente ristrutturato il celebre “Cretto”. Il programma delle celebrazioni prevedrà anche grandi convegni, in particolare uno che si terrà a Città di Castello dedicato agli artisti, “che – ha detto Corà – darà vita al primo parlamento dell’arte a livello europeo, con un grande omaggio all’arte di Burri, e l’organizzazione nell’ottobre del 2015 di una importante mostra al museo Guggenheim di New York, che consacrerà a livello internazionale la figura del maestro. “Vogliamo che il territorio di Città di Castello e dell’Alto Tevere sia protagonista delle iniziative”, ha ribadito Corà, che ha parlato della costituzione di una commissione con il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio per selezionare le tante proposte arrivate e della volontà di far entrare nelle iniziative alcune passioni del maestro come il calcio e il tiro al piattello. In questo contesto, il presidente ha espresso la determinazione a far aumentare il numero di visitatori alle collezioni cittadine, indicando l’obiettivo delle 80-100mila presenze annue. Corà e Salvato hanno ricordato l’importanza della legge dello Stato che tutela il centenario ed è un bel biglietto da visita, pur non disponendo di fondi, e hanno espresso l’aspettativa che il Ministero nomini persone di alto profilo nel comitato che verrà istituito. Il vice presidente Salvato ha sottolineato che la Fondazione “ha stanziato una cifra molto importante per il centenario: attorno al milione di euro per la promozione e gli eventi, che supereranno i due milioni di euro con le spese di ristrutturazione delle sedi espositive”. Sulle alienazioni delle opere, Salvato ha confermato l’esistenza di “una trattativa con un grande museo internazionale, uno dei più famosi del mondo, che ha l’aspirazione di creare una ‘Sala Burri’, cosa che non molti altri artisti hanno”. L’istituzione ha chiesto un quadro particolare, di oltre cinquant’anni, che per le sue caratteristiche richiede una trafila burocratica tale da sfuggire a possibili ombre sulla transazione. “Spero che la trattativa vada a buon fine – ha detto Salvato - perché è interesse della Fondazione che un grande museo internazionale dedichi una sala a Burri e, se questo comporta anche un introito di altissimo livello, l’operazione è a maggior ragione importante”. Nisi ha sottolineato che anche le opere alienabili non devono per forza essere vendute, ma che “la decisione di alienare certi pezzi è stata dovuta anche alle spese per le cause giudiziarie, oltre che a scelte che attengono alla politica della Fondazione e al posizionamento di Burri nel mercato dell’arte”. Il rappresentante della Fondazione ha invitato in questo cotesto a considerare anche l’esigenza di creare una indipendenza economica del sodalizio, specialmente in presenza di fondi pubblici sempre meno certi. Sul bilancio, Salvato ha parlato di una “lettura totalmente confusa d parte della minoranza”, dando conto del fatto che i dati finanziari risentano di una valutazione del patrimonio fatta dal maestro elevata e non più attuale, che però tecnicamente non è possibile attualizzare e iscrivere allo stesso bilancio. “Basterebbe fare questo – ha detto Salvato – per cambiare in modo straordinario il bilancio”. Salvato ha comunque parlato di un bilancio 2013 chiaro, trasparente e sereno, che ha ancora risentito in parte minimale della questione delle cause giudiziarie. Nisi ha aggiunto che considerano il patrimonio e le esigenze gestionali, il bilancio al di là del dato negativo di esercizio è comunque decisamente rassicurante, indicando in ragioni strettamente tecniche e indipendenti dalle scelte del sodalizio la ragione del risultato conseguito nel 2013. Sulla pubblicazione del bilancio su internet, Salvato ha espresso dubbi per questioni di riservatezza che sono contenute nel documento ed esulano dalla cifre, mentre il presidente Corà, che ha condiviso lo spirito di protezione del patrimonio Burri del suo collaboratore, si è detto disponibile a valutare la questione, considerando che di fatto, come si è dimostrato, il bilancio è pubblico. Il tema della cause giudiziarie è stato analizzato dal vice presidente Salvato, che ha sottolineato come negli ultimi anni ci sia stato un mandato esplicito, prima del sindaco Cecchini, poi del sindaco Bacchetta, di chiudere tutti i contenziosi. “Un lavoro che siamo riusciti a fare grazie alla copertura politica e al sostegno del Comune”, ha detto Salvato, che ha chiarito: “al momento rimane ancora un procedimento da chiudere, ma con una situazione processuale serena e tranquilla per la Fondazione”. Al di là delle cifre, Salvato ha sostenuto che l’impegno nei contenziosi della Fondazione sia stato determinato dall’esigenza di difendere il suo patrimonio e il patrimonio della città. In merito allo statuto, Salvato ha ammesso: “personalmente ritengo che andrebbe rivisto per dargli una funzionalità diversa che tenga conto dei tempi e delle mutate esigenze”. Il consigliere Nisi in proposito ha aggiunto che lo statuto per sua natura è praticamente immodificabile nella sostanza e che allo stesso Burri, quando si pose l’esigenza, fu impossibile procedere. Alcuni anni fa fu fatta invece una modifica di natura tecnica, che permise di allineare le scadenze delle nomine dei componenti del consiglio di amministrazione, ma a prezzo di un impegno assolutamente straordinario. Sul merito Salvato ha ulteriormente spiegato che a suo giudizio a 40 anni di distanza ci sono elementi di funzionalità che andrebbero rivisti, come il fatto che il comitato esecutivo dovrebbe accogliere un membro per ognuno dei quattro enti che nominano rappresentanti nella Fondazione. Salvato ha poi chiarito di non rilevare problematiche di conflitto di interesse, sottolineando che “la Fondazione deve essere autonoma e consapevole delle scelte che fa”. “Se dobbiamo affidarci a una competenza, commissionare un lavoro – ha aggiunto - cerchiamo di avvalerci di ciò che è meglio per la Fondazione e se ci sono scelte che possono apparire discutibili, queste sono sempre motivate e ce ne assumiamo la responsabilità”. La natura giuridica e i poteri degli organi della Fondazione sono stati descritti dal consigliere Nisi, che ha riepilogato la composizione del consiglio di amministrazione (12 membri, tre del Comune, tre dell’Associazione dei Monumenti, tre dall’Università La Sapienza e tre dalla Cassa di Risparmio di Città di Castello) e i suoi poteri, che sono quello di approvare il bilancio e dettare le linee programmatiche al comitato esecutivo, composto da tre membri, di cui uno indicato dall’Università La Sapienza, al quale è demandato il potere decisionale. A completare il quadro è l’organo dei revisori dei conti, con tre membri, che ha il compito di controllo della gestione del sodalizio. Nisi ha evidenziato che il vice presidente non è istituzionalizzato, è una figura non prevista dallo statuto, e per questo non fa parte del comitato esecutivo, ma viene nominato perché lo statuto prevede che il consiglio di amministrazione indichi un sostituto del presidente in caso di impedimento. Corà ha aggiunto che il ruolo del direttore non esiste, perché storicamente è stato svolto da Nemo Sarteanesi senza una previsione statutaria, ma per la fiducia di Burri, e che oggi, avendo certe competenze, questo ruolo è assommato alle funzioni del presidente e non c’è esigenza particolare di disporne. Per quanto riguarda il catalogo generale, Salvato ha informato che la Fondazione non ha proceduto ad alcun bando, ma a scelto l’editore Petruzzi per tutto il background di conoscenze sull’arte di Burri e le competenze specifiche acquisite negli anni. Il vice presidente ha parlato di “costi straordinariamente convenienti”, che una volta collocata l’opera sul mercato saranno ampiamente coperti. I rappresentanti della Fondazione hanno chiarito su piazza Burri che il sodalizio detiene unicamente il progetto iniziale del maestro, ma che la titolarità di ogni azione è dell’amministrazione comunale, alla quale verrà garantita la massima disponibilità nel momento in cui si passerà alla fase operativa. Il sindaco Bacchetta è intervenuto sul punto per chiarire che il percorso progettuale va costruito, ma che l’amministrazione comunale sta individuando la strada del project financing. In questo contesto il sindaco ha chiarito che il Comune non avrebbe le stesse possibilità di coinvolgimento dei professionisti locali, essendo la selezione dei progettisti necessariamente nelle mani di chi finanzia il progetto. “Il disegno del maestro è comunque un riferimento, perché è chiaro che moralmente dobbiamo partire da quella filosofia”, ha aggiunto Bacchetta. Quanto alla mostra di Kiefer, il vice presidente Savato ha spiegato che è stata allestita su richiesta della Regione dell’Umbria, sottolineando che per il sodalizio sia stato “un onore poter ospitare un’artista di simile importanza”. “Non abbiamo aperto le sedi museali a un artista qualunque, ma a uno dei più grandi, che ha fatto un omaggio commovente a Burri”, ha affermato Salvato, che ha parlato di “una scelta ottima, che si colloca nel quadro di una gestione della Fondazione necessariamente diversa dopo la morte del maestro. Corà ha aggiunto che la mostra è stata realizzata con la volontà e sotto la guida del professor Calvesi. Salvato ha confermato l’esistenza di un inventario delle opere di Burri, che spazia anche a volumi, fotografie e altro materiale del maestro e che è stato digitalizzato per essere reso in gran parte fruibile a tutti, con una piccola riserva a disposizione solo degli studiosi. Corà ha risposto anche sulle questioni del sito web, dicendosi disponibile a migliorare un portale che comunque non giudica così inadeguato, e delle iniziative per i bambini, condividendo l’esigenza di fare di più per dare alla comunità gli strumenti di comprensione dell’arte di Burri.
Conclusioni. A conclusione del dibattito, il presidente Corà ha rinnovato la disponibilità della Fondazione a collaborare e raccogliere le indicazioni del consiglio comunale, auspicando per il futuro minori contrapposizioni, perché l’interesse primario è quello di promuovere e valorizzare il patrimonio lasciato da Burri. “Aiutateci a dare a Burri quello che merita – ha concluso Corà – a costruire celebrazioni per il centenario e iniziative che rendano onore alla sua arte e rappresentino una opportunità importante per la città”. Il sindaco Bacchetta ha condiviso l’esigenza di mantenere in futuro il clima del confronto con la Fondazione su toni costruttivi, anziché inquisitori. “Da che faccio politica non ho memoria che la Fondazione sia mai venuta in consiglio comunale – ha osservato il sindaco – mentre i nostri rappresentanti, non solo sono venuti due volte in poco più di sei mesi, ma hanno dato un segnale di disponibilità inedito nella storia dei rapporti tra il Comune, il consiglio comunale e il sodalizio, in discontinuità con i vent’anni di opacità di una presidenza che un nome e un cognome precisi e che ormai sono alle spalle”. “Cerchiamo come consiglio comunale di fare in modo che il centenario sia una opportunità, accantonando le polemiche del passato e guardando avanti, con uno spirito diverso, contando anche su una minore riservatezza da parte della Fondazione, che sconta ancora anni di sospetti e polemiche del passato”, ha concluso Bacchetta.
Città di Castello/Umbertide
13/06/2014 19:21
Redazione