C.Castello.Primi cassaintegrati per il settore grafico-cartotecnico:sarebbero circa 250.

250 lavoratori in cassa integrazione, dipendenti di 5-6 aziende locali del settore grafico cartotecnico. Questo l’ulteriore dato che si aggiunge a quelli, non certo confortanti, della crisi che sta interessando l’Altotevere, passando per un settore come per l’appunto quello della grafica che per anni ha costituito il fiore all’’occhiello della nostra economia. Un dato che è stato reso noto a margine di due mesi, come quelli di gennaio e febbraio, che tradizionalmente hanno fatto registrare da sempre un calo nelle commesse ma che mai prima di quest’anno avevano visto il ricorso alla cassa integrazione. “Di solito – afferma il segretario della Cgil Mauro Moroni del sindacato lavoratori della comunicazione – le aziende riuscivano con il ricorso agli ammortizzatori funzionali come ferie e orari o turni diversi, a tamponare la situazione”. Soluzione cui non è stato possibile ricorrere quest’anno per un comparto che sta evidenziando sofferenze crescenti sia nel settore grafico-editoriale visto il recente decreto governativo che impone di far durare i libri di testo almeno 5 anni mettendo quindi a rischio la ristampa dei volumi che in quello grafico-cartotecnico che registra un calo generale dei consumi dei prodotti con conseguente diminuzione degli ordinativi. Una situazione aggravata dal fatto che le aziende committenti, forti della loro potenza, impongono listini di 7-8 anni fa ma non più attualmente remunerativi. Uno stato di cose che obbliga le aziende di media e piccola dimensione a chiudere i battenti pur in presenza di commesse di lavoro per enormi difficoltà nell’accesso al credito che determina la conseguente indisponibilità della liquidità necessaria per il normale funzionamento e soprattutto per aggiornare e potenziare adeguatamente le apparecchiature tecnologiche dell’azienda.”Trent’anni fa – ha detto Moroni – si moltiplicavano le esperienze di operai che uscendo dal circuito produttivo della ditta diventavano imprenditori facendo valore aggiunto e creando occupazione. Un’esperienza oggi irripetibile aggravata dalla sempre minore voglia degli imprenditori di investire in innovazione e tecnologia. La sola strada che ad oggi sembra percorribile per uscire dalla crisi – ha concluso Moroni – è quella di fare sistema da parte delle imprese, trovando le sinergie giuste per uscire da questo grave momento economico senza lasciarsi travolgere da esso”.