C.Castello:medici indagati si difendono con dei manifesti.

Si difendono in modo categorico, respingendo ogni coinvolgimento diretto e soprattutto ogni responsabilità. Stiamo parlando dei medici di famiglia che un'inchiesta condotta dalla guardia di finanza di Città di Castello vuole sul banco degli imputati per avere percepito indebitamente, per oltre 20 anni, le quote di assistiti deceduti che non erano stati cancellati dall'anagrafe della Asl. E lo fanno affidando la loro protesta a manifesti che sono stati affissi un pò dovunque a Città di Castello e altrove, il cui titolo non lascia spazio ad alcun dubbio. "Non siamo ladri. Lasciateci lavorare con tranquillità": una presa di posizione dura ma decisa con cui i medici spiegano la loro versione dei fatti e soprattutto che spetta alla Asl il disbrigo della parte amministrativa (per la quale oltretutto c'è un anno di tempo) e non al medico curante.