Un incontro in carcere per parlare, capire, chissà un giorno perdonare . Si sono visti stamani a Capanne Antonio e Federico Bigotti, marito il primo di Anna Maria Cenciarini, la 55enne tifernate uccisa nella sua casa di Varesina, frazione di Città di Castello, figlio il secondo della donna, in carcere da sabato scorso con l'accusa di omicidio volontario aggravato. L'ipotesi è che sia stato lui , 22 anni il prossimo 13 gennaio, a scagliare le nove coltellate contro la madre indifesa, in uno scatto di rabbia dopo l'ennesima lite. Il gip Carla Giangamboni ha concesso al giovane Federico , su richiesta degli avvocati che curano la sua difesa, Francesco Areni e Vincenzo Bochicchio , di incontrare il padre, incontro che si è tenuto stamani in carcere subito dopo l'interrogatorio di garanzia . Davanti al gip , su consiglio dei suoi legali, Federico si è avvalso della facoltà di non rispondere : " In attesa – ha commentato l'avvocato Areni – di entrare in possesso di tutte le carte relative al caso". Non è ancora nelle mani dei legali l'autopsia che, secondo il pm Antonella Duchini, inchioda Federico alle sue responsabilità. L'esame autoptico, secondo le prime indiscrezioni, avrebbe confermato la presenza di almeno nove coltellate, alcune inferte alle spalle, mentre la scena del delitto avrebbe restituito tracce di ripulitura della stanza dopo l'accoltellamento, tutti elementi che mal si addicono alla testimonianza resa sulla prima ora da Federico . Il ragazzo, infatti, l'unico in casa all'ora della morte della madre, aveva detto ai Carabinieri del Comando di Città di Castello di aver sentito la madre gridare e averla vista infliggersi le coltellate in un gesto inspiegato di suicidio. " E' scosso e provato" spiega a Trg l'avvocato Areni subito dopo essere uscito dall'udienza " L'isolamento in carecre è duro soprattutto per un ragazzo di questa età" . La difesa ha già presentato istanza di riesame , per poter in quella sede valutare la possibilità di ottenere per Federico un'attenuazione della misura della detenzione preventiva in carcere. Non è esclusa nemmeno la richiesta di una perizia psichiatrica sullo stato di salute del giovane i cui atti immediatamente successivi alla morte della madre sono apparsi da subito singolari. In primis il selfie postato da Federico su Instagram, 24 ore dopo il delitto, con l’hashtag #riposainpacemamma, poi da lui stesso cancellato o l’autoscatto sorridente messo su Facebook sabato a poche ore dall’arresto . Un giovane in cerca di una sua strada non ancora trovata, dopo i tentativi di essere selezionato per un talent show e il sogno rivelatosi di carta di diventare qualcuno . La mamma avrebbe cercato più di una volta di spronarlo ad uscire da un'apatia che non lo avrebbe portato da nessuna parte e forse proprio l'ultimo rimprovero le potrebbe essere stato fatale .
Città di Castello/Umbertide
05/01/2016 11:34
Redazione