Calcio: Gubbio, focus sulla Sangiustese

Una matricola che si è rivelata terribile. Alzi la mano infatti chi si sarebbe aspettato la squadra del tecnico Giudici con in dote 42 punti a due giornate dal termine, con salvezza ampiamente acquisita e mai messa in discussione. Assolutamente nessuno, visto che la rosa dei marchigiani non costa certo cifre da capogiro e la qualità complessiva dei giocatori non è neanche paragonabile a quelle di molte realtà che militano nel campionato di seconda divisione. All’andata, complice anche la sfortuna – i rossoblu colpirono tre legni - finì 1-0 per la compagine di Monte San Giusto, grazie ad un gol di Galli in apertura di ripresa. Il segreto della Sangiustese non è però il bomber tascabile (7 reti per lui in campionato), ma si chiama programmazione e stabilità, due caratteristiche che per un motivo o per l’altro sono sempre mancate al Gubbio degli ultimi anni, che ha avuto a che fare continuamente con esoneri (Beoni è soltanto l’ultimo di una lunga serie), dimissioni (come non ricordare quelle di Arcipreti e Bignone), giocatori che si dimenticano inspiegabilmente di essere bravi (è il caso Zacchei e Agostinelli) o perennemente in conflitto con tutto e tutti (l’esempio più lampante è Corallo), sfuriate improvvise di componenti della società (memorabile l’Editto di aprile del vicepresidente Spina) e immancabili spifferi extrasocietari (quello dell’ex presidente Tasso su tutti). Insomma, se il Gubbio prosegue nella sua non invidiabile collezione di campionati deludenti, le motivazioni non sono neanche così difficili da intuire, serve dunque consapevolezza di questi limiti e cominciare finalmente a cambiare strada. Con la speranza che gli sponsor non si siano del tutto stancati di annate del genere e che Simoni non abbia iniziato a nutrire pesanti perplessità sulla bontà di quella sua scelta di inizio febbraio.