Caso Jp Industries, il M5S vuole vederci chiaro: "Tavolo di confronto solo a settembre, sara' vera gloria?"

La viceministra dello sviluppo economico, Teresa Bellanova, risponde all’interpellanza urgente della capogruppo in commissione Lavoro, Tiziana Ciprini, circa il disinteresse e la mancanza di tempestivo intervento da parte del Governo sulla vicenda J.P. Industries. “Il Movimento 5 Stelle aveva già preannunciato nel maggio del 2016, lo scenario a tinte fosche per la J.P. Industries. Il Ministero dello Sviluppo Economico, già sollecitato dalla deputata marchigiana Patrizia Terzoni con l’interrogazione n. 3-01632, in cui si paventava il pericolo della perdita di competitività dell’azienda e l’impossibilità di continuare a svolgere regolarmente l’attività produttiva, assicurava l’impegno teso a favorire in tempi celeri la conclusione dell’atto di transazione con le banche, con l’obiettivo di salvaguardare i livelli produttivi ed occupazionali – afferma Ciprini. Al momento, il Mise parla di aiuto limitandosi a prorogare di due anni la cassa integrazione, ma il tavolo di confronto con il partenariato sociale e l'azienda è previsto solamente agli inizi di settembre. In risposta alla mia interpellanza, però, non fa sapere quali iniziative intenda intraprendere il Governo, al fine di favorire un confronto tra i creditori e J.P. per l’erogazione della liquidità necessaria per accedere all’accordo di programma di reindustrializzazione – continua la deputata pentastellata. La scorsa settimana Renzi si è recato a Gualdo Tadino per l'inaugurazione della Quadrilatero e poi è andato a complimentarsi con i rappresentanti della multinazionale ‘Rocchetta’, l'azienda prosciugatrice di acqua pubblica, che spende 50 milioni in pubblicità, mentre alle casse del comune sono stati versati solo 16mila euro. Nessuna visita, però, è stata fatta da Renzi alla ex Merloni e alle altre aziende di quel territorio umbro-marchigiano che soffre fortemente la crisi e, all'annuncio dei licenziamenti, nessun tweet di preoccupazione o interessamento. Il tempo è veramente scaduto. Si faccia presto e bene e si pretenda dalle banche di aprire il credito. Tutto ciò, allo scopo di scongiurare la definitiva chiusura dell’azienda e salvaguardare la produzione e i livelli occupazionali” – conclude Ciprini.