Caso "Oasi della divina provvidenza" a Gubbio, sfilano i testimoni

Una comunità religiosa organizza incontri di preghiera, una fedele cade in trance e dichiara di parlare per conto della Madonna e un'azienda di Gualdo Tadino fallisce per bancarotta fraudolenta. Tre situazioni apparentemente distanti, ma correlate in un'unica vicenda che negli anni Novanta aveva catalizzato l'interesse dei mass media e dell'opinione pubblica dell'eugubino-gualdese. Ora quella vicenda torna al centro dell'attenzione. Ieri infatti presso il Tribunale di Perugia sono stati ascoltati alcuni testimoni dell'oscura storia che vide al centro dell'attenzione l'Oasi della Divina Provvidenza di Gubbio, tra i quali il Vescovo emerito di Gubbio, mons. Pietro Bottaccioli. Per comprendere appieno la vicenda però bisogna tornare indietro nel tempo. A metà degli anni Novanta una piccola comunità religiosa guidata da due sacerdoti organizzava degli incontri rivolti ai fedeli e dedicati alla preghiera. Durante questi appuntamenti però una fedele cadeva in stato di trance e proferiva locuzioni mariane, dichiarando di parlare per conto della Madonna. Le "rivelazioni", trascritte poi dai sacerdoti, riguardavano in particolar modo un'azienda di Gualdo Tadino. La fedele infatti dava indicazioni precise sulle modalità di gestione della ditta. Il caso aveva anche suscitato le reazioni critiche della Diocesi, tanto che nel 1996 il Vescovo emanò una notificazione per smantellare la comunità. L'oscura vicenda era poi approdata in tribunale, quando la ditta oggetto delle locuzioni mariane fallì per bancarotta fraudolenta. I sacerdoti furono accusati di associazione a delinquere ma alla fine la sentenza assolutoria e la caduta in prescrizione di parte dei reati scagionarono gli imputati. Ieri però a comparire davanti al giudice è stato A.C., imprenditore della ditta di Gualdo Tadino nonché aderente alla comunità religiosa. Ad oggi è lui l'unico imputato: secondo l'accusa si sarebbe impossessato dei soldi della cooperativa portandola al fallimento, mentre per il difensore, avv. Simone Manna, a gestire la ditta gualdese sarebbe stato il gruppo di preghiera. Per far luce sulla vicenda sono stati quindi ascoltati davanti al giudice nuovi testimoni che hanno messo in rilievo ulteriori particolari. Per la sentenza però bisognerà ancora aspettare. La prossima udienza è stata infatti fissata per il 26 febbraio 2007.