Ceri e solidarietà: dall'astenotrofio Mosca al centro accoglienza "A.Moro"

Una giornata particolare quella di ieri. Sia per chi si trova a vivere la festa dei Ceri da protagonista, guidando i propri ceraioli lungo le vie della città di pietra e su, su fino al colle eletto; sia per chi invece non corre più, ma ha ancora negli occhi e nelle orecchie i suoni, le grida e la musica dei tanti 15 maggio vissuti fino ad ora. Sono i capodieci e i capitani del 2006 che hanno incontrato gli ospiti dell'Astenotrofio Mosca. Un incontro fatto di musica, con alcuni elementi della banda musicale di Gubbio, che hanno suonato le arie più celebri legate alla festa, fatto di applausi e di doni che gli anziani ospiti hanno fatto ai "giovani" ceraioli, quelle farfalle di ceramica legate con un nastrino che mani un po' tremanti hanno teso a mani più ferme. Un incontro tra gli occhi un po' lucidi di Paolo Pierotti, ospite dell'Astenotrofio che ricorda : "Ho preso il cero a diciotto anni la prima volta". E alla nostra domanda se lo vorrebbe prendere ancora ci risponde:"Bè adesso mi fanno male un po' le gambe". Come se quello fosse l'unico impedimento, come se lo spirito del ceraiolo fosse ancora tutto intatto e ancora pronto a correre. Una memoria antica e moderna, che unisce, che non dimentica chi è ai margini. La dimensione "sociale" della festa dei Ceri, infatti, non termina con l'incontro con gli anziani dell'Astenotrofio. Stamattina, a tre giorni dal 15 maggio, si rinnova l'appuntamento presso il centro accoglienza "Aldo Moro" con l'ormai consueta alzata dei ceretti da parte dei ragazzi della struttura assieme ai capodieci della festa di quest'anno come di quelle passate. Ed è anche questo un momento tutto speciale, particolare ma al tempo stesso, dovuto: un omaggio che la Festa dei Ceri rende a tutti coloro i quali quella festa la vivranno solo attraverso le grida, i suoni e i rumori di una intera città che vive tutta in un giorno. Ma ai quali non viene meno lo spirito e la passione che solo un eugubino può sentire il 15 maggio.