Sarà ricordata come la Festa dei Ceri più bagnata di inizio secolo. Era dal 1989 che il 15 maggio non riservava pioggia a catinelle dalla mattina alla sera e dopo 21 anni il giorno più atteso dagli eugubini è stato funestato dal maltempo.
Ma la Festa non si ferma certo alle bizze di giove pluvio: troppo forte l’intensità e l’attaccamento degli eugubini e dei ceraioli, troppo catalizzante l’immagine di una giornata vissuta con la consueta passione ed entusiasmo, incuranti dell’acqua e del freddo, davvero molto poco primaverile.
Splendidi i Ceri, stoici e straordinari i ceraioli, che hanno onorato l’omaggio più sentito al Patrono S.Ubaldo. Degni i protagonisti della giornata, dai Capitani, Stefano Menichetti e Giorgio Pierini, affiancati dall’alfiere Luciano Martiri, ai capodieci, Ubaldo Colaiacovo per il cero di Sant’Ubaldo, Andrea Nafissi “Messiè” per San Giorgio e Piergiovanni Gaggi per Sant’Antonio. Per loro una maratona nella maratona il dover sostenere e guidare la Festa e le rispettive compagini ceraiole dalle 4 di mattina a tarda notte in una giornata climaticamente funesta.
Immutato il rituale dei vari momenti della giornata, con la sveglia, l’omaggio ai defunti, la messa e le sfilate - aperte dal pro-sindaco Ercoli, per la prima volta in queste vesti - che hanno preceduto l’alzata in Piazza Grande. Una Piazza Grande stracolma e inzuppata di attesa ed emozioni, che non hanno tardato a mostrarsi. L’alzata e le birate hanno poi aperto la strada alla mostra – nel corso della quale il cero di S.Ubaldo ha conosciuto una rovinosa caduta lungo la Callata dei Ferranti, che ha danneggiato la statuina del santo. Nel pomeriggio dopo la Processione della statua del Patrono, che per la prima volta indossava il nuovo piviale, appositamente protetto, la frenetica corsa: una galoppata ancora più difficile per i ceraioli, per le condizioni del tempo – che non hanno tenuto lontana la folla - e per le difficoltà della pavimentazione viscida. Dopo una Callata dei Neri e un corso impeccabili e travolgenti, nel secondo tratto, all’altezza di S.Francesco, il cero di San Giorgio è caduto improvvisamente, riportando pesanti danni al santo. Poi dopo l’arrivo in via dei Consoli, le birate della sera, su una piazza Grande molto insidiosa per la pioggia, e quindi l’inizio dell’ascesa con i buchetti e gli stradoni del monte. Proprio a ridosso dell’arrivo, il cero di San Giorgio è nuovamente caduto, poco dopo l’ultima curva, consentendo al cero di Sant’Ubaldo di chiudere la porta senza problemi.
Nell’omelia finale il Vescovo Ceccobelli ha lodato e sottolineato i significati di una giornata di grandi sensazioni, sempre rivolta comunque all’omaggio verso il Patrono: unico indiscutibile protagonista di ogni 15 maggio.
E la Processione dei Santi ha ricondotto in città una folla bagnata ma non certo delusa da una giornata di straordinarie emozioni.
17/05/2010 13:16
Redazione