Pensare all’agricoltura in termini d’impresa e, perciò, proseguire sulla strada del rinnovamento, culturale e generazionale. Quindi puntare sulla sinergia tra le imprese sul territorio e il lancio di un “laboratorio” agricolo umbro capace di parlare al mondo e di promuovere i prodotti e le eccellenze. Ed ancora sostenibilità, biodiversità, ma anche integrazione, perché laddove sussistono forme aggregate d'imprese che si organizzano per il mercato, c’è guadagno e stabilizzazione dei redditi, specie nel settore delle agro energie. Sono solo alcune delle proposte uscite dall’Assemblea di Confagricoltura Perugia chiamata a rinnovare i vertici per il prossimo triennio, sino al 2014. E’ toccato a Marco Caprai, Presidente uscente e numero uno dell’unica lista in corsa per la nuova dirigenza, fare il punto della situazione a tre anni dal suo primo mandato.
Al centro delle preoccupazioni degli agricoltori le criticità per una situazione di stallo su politiche cruciali per l’economia agricola umbra, ma anche la volontà di sottolineare come l’agricoltura, nonostante tutto, ha prodotto e produce, investe e crea occupazione anche in momenti di crisi e di come abbia rappresentato una diga alla possibile recessione, benché la sua capacità di tenuta non sia illimitata. Caprai ha poi sottolineato che è ormai tempo di attuare quelle precondizioni perché le imprese aumentino la loro presenza sui mercati, accrescano la produzione e la produttività, riducano i costi, diretti ed indiretti, anche quelli legati alla burocrazia ed ai tanti rigidi vincoli normativi e siano facilitate nell’introduzione di innovazioni di prodotto e di processo. Per quanto riguarda le emergenze future, le priorità sono senz’altro la nuova PAC, il mercato delle commodity, le agroenergie, la commercializzazione dei prodotti di qualità. “In questi anni – ha sottolineato Caprai - siamo stati chiamati a pagare la crisi internazionale del credito, Il credit crounch, la perdita nelle banche delle sezioni del credito agrario ed i ritardi AGEA che nell'attuale sistema disaccoppiato costituiscono un danno economico diretto e aggravano ancora di più i nostri conti”. Su questo aspetto l'assemblea di Confagricoltura Perugia ha chiesto di avere un confronto con l'Assessore Cecchini per verificare e rimuovere le cause dei ritardi delle erogazioni da parte dell'organismo pagatore. Sono alcune migliaia le imprese che aspettano da anni il pagamento di quanto loro dovuto.
“In questa epoca nella quale si riconosce al settore agricolo il ruolo di motore primario e anticiclico – ha aggiunto Caprai - non si può più chiedere di fare impresa se non si rispettano le regole comuni che consentirebbero agli agricoltori di ricorrere al credito per esigenze fisiologiche e non straordinarie e che erodono o annullano qualsiasi margine di profitto”. Perciò le azioni da intraprendere a breve: pressing a livello regionale e nazionale, affinché si adottino procedure per avvicinare i nodi “decisionali” nella gestione delle istruttorie, dei pagamenti, della gestione delle anomalie al territorio sia per il primo che per il secondo pilastro. E se ciò non bastasse, Confagricoltura mette in conto il ricorso alle vie legali, denunciando lo stato di cose alla Procura della repubblica o della Corte dei conti senza escludere la possibilità di ricorso al Tar.
Sul piano strettamente associativo, Caprai snocciola numeri di tutto rispetto: …mila associati, il…% in più rispetto a tre anni fa ed un numero di imprese che per superficie agricola utilizzata e per giornate lavorate (il 66%) si conferma l’associazione più rappresentativa, l’unica effettivamente interessata a tutelare i datori di lavoro. “Al nostro interno – ha ribadito con orgoglio Caprai - è avvenuto ciò che in Italia è difficile fare: il necessario salto culturale e generazionale ai vertici della dirigenza che si contrappone ad organizzazioni strutturate secondo criteri che si rivolgono al passato”. Un rinnovamento che passa per un complesso processo organizzativo, che tocca il managment, ma anche la mission e la vision del’Organizzazione e che “richiede un convinto impegno corale per proseguire sulla strada sin qui tracciata per far sempre più profondo il solco della tradizione associativa di Confagricoltura all’interno della società civile ed istituzionale della nostra Regione”. Quanto al credito, dopo aver riportato in ordinario il consorzio fidi Agerfidi, Confagricoltura ha deciso di condividere insieme a Confartigianato un processo di crescita del proprio sistema di Confidi, dando vita con la trasformazione di Agerfidi ed una scissione di ramo d’azienda di Cosefir a Cosefir Green che aderisce anche a Confagricoltura.
Quindi l’impegno, davanti alla folta platea di associati. “Tra tre anni – ha concluso Caprai – lasceremo un'associazione ancora più forte ed economicamente più solida, che non rinuncerà all'idea di rappresentare l'agricoltura tutta, fatta delle tante attività ma anche fatta da quanti hanno chiaro in mente che l'interesse generale dello sviluppo economico non può esistere senza imprese e imprenditori coraggiosi e fieri della propria libertà d'intraprendere. Lasceremo anche nuovi dirigenti pronti sindacalmente a prendere il testimone per un rinnovamento continuo all’insegna del miglioramento e della crescita qualitativa”. E in prospettiva l’impegno maggiore: “superare gli angusti steccati provinciali, dando il buon esempio e rinunciando a parte delle nostre prerogative per un’aggregazione sindacale più forte e più grande”.
14/07/2011 14:38
Redazione