Le segreterie regionali della Cgil di Umbria e Marche, insieme alla Cgil nazionale, fanno quadrato intorno alla vertenza dell'Antonio Merloni. Questa mattina, a Perugia, il segretario umbro del sindacato, Mario Bravi, e quello marchigiano, Gianni Venturi, hanno presentato in una conferenza stampa l'iniziativa ''Crisi industriali e prospettive di sviluppo'', in programma a Fabriano (Ancona) mercoledì prossimo. Con l'obiettivo di ''accendere i riflettori sulla vicenda dell'azienda di Gaifana e portare anche un contributo per tentare di superare le crisi industriali delle aree interne umbro-marchigiane'', la Cgil ha organizzato questo incontro, che si svolgerà a partire dalle ore 9.30 nell'Oratorio della Carità. I due segretari regionali, nel lanciare l'iniziativa, hanno denunciato ''l'assenza di prospettive reali, praticabili ed immediate per il futuro della Merloni''. ''Quella dell'Antonio Merloni - ha affermato Bravi - è la più grande crisi industriale aperta a livello nazionale, per lavoratori coinvolti e territorio interessato. Non possiamo permetterci di perdere oltre 3 mila posti di lavoro e rischiare una crescente deindustrializzazione dell'intera fascia appenninica, anche dopo la recente crisi dell'Umbriafiller di Nocera Umbra''. ''La vicenda Merloni non si può spegnere come una candela, ma al momento lo scenario è di silenzio assordante'' ha sottolineato Venturi. ''Insieme all'Umbria - ha aggiunto il segretario della Cgil Marche - vogliamo dare, per questa vertenza di carattere nazionale, un senso di unità, visto il destino industriale che accomuna queste due regioni. Per questo motivo sarebbe necessario anche vincolare i fondi comunitari 2013-2020 per un percorso comune''. ''Difendere la Merloni - ha osservato ancora Venturi - significa anche difendere un grande indotto e salvaguardare la vocazione industriale del territorio. Chi pensa di cancellare tutto questo è un irresponsabile''. I rappresentanti della Cgil chiedono con un impegno diretto della Presidenza del Consiglio, ''finora assente - hanno ribadito - visti i soli tavoli tecnici tenuti con i funzionari del ministero, con il Governo nazionale che si deve far carico della più grande vertenza industriale del Paese''. Per Bravi e Venturi ''il livello di mobilitazione istituzionale deve fare un salto di qualità, così come gli imprenditori, i quali devono farsi avanti producendo progetti ed iniziative credibili nel percorrere con incisività la strada dell'accordo di programma per mantenere l'industria nella fascia appenninica''. Secondo la Cgil pertanto, come è stato evidenziato durante la conferenza di Perugia, ''se non si risolve la crisi della Merloni e non si salvaguardia la vocazione industriale del territorio, non può esserci prospettiva di sviluppo''. L'evento unitario del 13 luglio prossimo sarà quindi anche l'occasione per avviare un percorso di riflessione e di ricerca di nuove politiche industriali per il territorio. Per questo motivo all'incontro, al quale sono stati invitati anche gli altri sindacati e le associazioni di categoria, interverranno anche i presidenti delle Regioni Umbria e Marche, rispettivamente Catiuscia Marini e GianMario Spacca, il presidente della Commissione Attività Produttive Umbria, Gianfranco Chiaccheroni, quello delle Marche, Enzo Giancarli, oltre ai segretari regionali della Cgil e al segretario nazionale Vincenzo Scudiere.
06/07/2011 15:30
Redazione