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Delitto Rivaroli, scarcerato il quarto uomo

Dopo la sentenza della Corte d’Assise che ha condannato i due presunti killer dell’elettricista foligante Marsilio Rivaroli e assolto la presunta complice Loredana Di Tullio, il Tribunale del Riesame ha scarcerato Ermal Tafa, co-imputato dell’omicidi
E’ attualmente a piede libero. Ermal Tafa, co-imputato dell’omicidio dell’elettricista folignate Marsilio Rivaroli, ha chiesto e ottenuto la remissione in libertà, dopo che il 15 dicembre gli agenti della Questura pugliese in collaborazione con i colleghi perugini, lo avevano arrestato e tradotto in carcere. Ad inchiodare lo straniero, trasformatosi da accusatore in accusato, un biglietto trovato accanto al cadavere del sessantenne folignate, la cui paternità era stata inizialmente attribuita al kosovaro Daut Morina, attualmente latitante e sul conto del quale pesa una condanna a 23 anni e 6 mesi di reclusione, e successivamente attribuito proprio a Tafa in virtù dell’esito di una perizia calligrafica disposta nel corso del dibattimento. Secondo la ricostruzione offerta in aula proprio da Tafa, l’elettricista folignate sarebbe stato ucciso in concorso da Morina e Resuli, i quali lo avrebbero sgozzato con dei coltelli da cucina. E proprio sull’arma del delitto si è soffermato il pubblico ministero Sergio Sottani che ha tuttavia evidenziato come il rinvenimento di tre coltelli faccia presumere tre assassini, includendo tra essi anche Tafa. Rinvenuti a casa di Resuli, oltre ad alcuni effetti personali della vittima (tra i quali una tv, una macchina fotografica e le chiavi di un’utilitaria), anche due bisturi. La data presunta della morte dell’uomo è da collocarsi nella notte tra il 27 e il 28 febbraio (anche se il cadavere del folignate è stato rinvenuto solo il 3 marzo) viste le dichiarazioni testimoniali rese in aula in base alle quali Rivaroli fu visto vivo per l’ultima volta proprio la sera del 27 febbraio mentre si trovava con il nipote nelle pertinenze del bar Frontani. Il delitto, consumatosi nell’abitazione dell’uomo, al civico 8/A di via dei Molini, aveva scosso l’intera comunità folignate. Un barbaro omicidio sul quale aveva sempre aleggiato l’ombra pesante del giro di prostituzione maschile esistente nelle ore notturne nei locali della stazione ferroviaria cittadina.

05/01/2007 16:58
Redazione
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