Nell’ambito della lotta al traffico e alla gestione dei rifiuti speciali ed al fenomeno del lavoro sommerso disposta dal Comando Provinciale di Perugia, i Carabinieri della Stazione di Deruta e di Gualdo Cattaneo unitamente ai militari del Gruppo di Perugia NIPAAF (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale) e del NIL di Perugia (Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro), hanno denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto un imprenditore camerunense 51enne, residente a Perugia, titolare di una ditta individuale esercente il commercio all’ingrosso di pneumatici ed elettrodomestici usati, sottoponendo a sequestro preventivo l’attività ubicata nel centro abitato di Deruta. Altri cinque stranieri, tutti di origine camerunense ed in regola con il titolo di soggiorno in Italia, sono stati altresì deferiti alla stessa Autorità Giudiziaria per il concorso nelle predette violazioni ambientali. Al titolare dell’impresa venivano inoltre contestate molteplici violazioni in materia di prevenzione infortuni e sicurezza sul lavoro, avendo riscontrato la totale assenza delle misure minime a tutela della salute di 4 lavoratori, risultati essere completamente in “nero” privi di ogni tipo di contratto di lavoro. In particolare, è stato riscontrato l’inadempimento alla sorveglianza sanitaria, la mancata formazione ed informazione dei lavoratori e l’insalubrità del luogo di lavoro, privo peraltro delle prescritte misure di sicurezza antincendio, stante la particolare natura infiammabile del materiale ivi stoccato in grandi quantità. L’intero sito, costituito da un capannone industriale, utilizzato per lo stoccaggio e le lavorazioni di cernita e separazione dei rifiuti, è stato sottoposto a sequestro preventivo, con l’apposizione dei sigilli e l’affidamento in custodia giudiziaria al Comune di Deruta, allo scopo di impedire la prosecuzione delle attività illecite. Il fascicolo è al vaglio della D.ssa Michela Petrini, Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Spoleto, che ha chiesto la convalida del sequestro dell’area interessata. Anche un semirimorchio sul quale era installato il container utilizzato per il trasporto dei rifiuti, di proprietà di un’altra azienda toscana, è stato sequestrato per i successivi accertamenti finalizzati alla ricostruzione della vicenda. Nell’ambito dell’intervento congiunto sono state elevate ammende e sanzioni amministrative per le violazioni in materia di lavoro per circa 25.000 Euro, oltre al recupero delle omissioni contributive di competenza dell’INPS e dell’INAIL che saranno quantificate da parte degli stessi Istituti. 350.000 Euro è, invece, il valore dei beni sottoposti complessivamente a sequestro.