E', quello odierno, il lungo giorno della Festa del Maggio per la piccola comunità di San Pellegrino nel comune di Gualdo Tadino.
Tradizione millenaria, ricorda la leggenda del miracolo avvenuto nel lontano anno 1004 quando un viandante, vistasi negata in una notte di tempesta ospitalità in un castello del contado gualdese, morì travolto dal fiume in piena. La mattina il corpo fu ritrovato esanime, ma il suo bastone era miracolosamente fiorito. Trasferita la salma sopra un carro di buoi, gli animali si fermarono nel punto in cui oggi sorge la chiesa dedicata al Santo Pellegrino.
Dal pomeriggio odierno, al grido "forza lupi" , gli uomini del borgo di San Pellegrino scendono verso la piana per tagliare i due pioppi che, intorno alle ore 22, arriveranno nella piazza del castello per essere spogliati dai loro rami, scortecciati, uniti e issati con un sistema complesso di corde e scale . Le operazioni si protraranno fino oltre la mezzanotte quando il pioppo, simbolo del bastone del Santo, sarà alto e svettante nel mezzo della piazza del borgo.
Un rito antichissimo, presumibilmente pagano, legato alle cerimonie di fertlità della Terra , su cui in età medievale si è innestata la tradizione cristiana . Un rito che si ripete da secoli , resistendo anche alle guerre e all'ostilità, nei confronti di questa tradzione, del regime fascista che la legava a scenari politici di sinistra vista la data in cui cadeva. I maggiaioli hanno difeso la loro Festa in ogni modo, anche scortando i "lupi" nel loro viaggio alla ricerca del pioppo con fucili e bastoni in mano .
Gubbio/Gualdo Tadino
30/04/2019 08:15
Redazione