Si rischia il blocco della ricostruzione, nel vero senso della parola, il blocco dei cantieri, in crisi a causa degli insostenibili rincari dei principali materiali per le costruzioni. E' quanto rendono note le organizzazioni di ANCE Umbria con il presidente Stefano Pallotta, CNA Costruzioni con il presidente Mirko Papa, ANAEPA Confartigianato dell'Umbria con il presidnete Fiorello Fioretti e il coordinatore ANCE Walter Ceccarini. In una videoconferenza stampa, tenutasi stamane, viene denunciata la grave situazione delle imprese edili segnalata già da anni, e aggravatasi con l'emergenza sanitaria. Il settore delle costruzioni rischia di essere copromesso in un momento di grandi opportunità dettate dalla ricostruzione in Umbria, dal Superbonus, dal Recovery Plan; eppure si trova di fronte a una serie di difficoltà: il rincaro dei prezzi (solo l’acciaio è aumentato ad esempio del 130%, i polietileni del 40%) , ma anche la mancanza di materie prime, i disagi nei trasporti e negli scambi, la carenza della manodopera. Solo per quest'ultimo aspetto si è evidenziato che nel 2008 le casse edili di perugia e terni registravano 25mila operai; oggi le stesse arrivano a malapena a 12mila. Persa dunque più della metà della manodopera in 13 anni. Oltre 2000 invece le imprese in tutta l'Umbria senza contare quelle che indirettamente muovono la filiera, oltre 10mila. Le organizzazioni chiedono dunque attenzione da parte della politica e delle istituzioni, ma soprattutto la revisione dei prezzi sulla normativa degli appalti pubblici, la creazione di un automatismo che ne consenta il riequilibrio, mettendo fine ad un trend di aumenti destinato ad incrementare ancora. Pena il blocco dei cantieri, il blocco dei lavoratori. "La possibilità di risollevare le sorti delle nostre aziende sta sfumando". Eppure, più di altri settori quello edilizio costituisce la più importante spinta alla ripartenza, alla ricostruzione, alla rinascita; costituisce un'occasione che non può e non deve essere persa.