Nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, secondo il recente V Rapporto sulle povertà curato dall’omonimo Osservatorio della Caritas diocesana, le persone-famiglie che per la prima volta hanno chiesto un aiuto, a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19, sono state circa il 35% dei fruitori abituali, 120 in più al Centro di ascolto diocesano e 400 all’Emporio “Tabgha” (Perugia città), nei mesi marzo-aprile-maggio 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. A livello nazionale - si evince dal nuovo monitoraggio condotto dalla Caritas italiana interpellando 169 su 218 Caritas diocesane (tra cui quella di Perugia-Città della Pieve) - i cosiddetti “nuovi poveri” sono il 34%, cioè un incremento di richieste di aiuto di un terzo rispetto a quelle registrate tra marzo e maggio dello scorso anno. Lo ha reso noto l’Ufficio comunicazione di Caritas italiana in occasione del 49° anniversario della nascita di quest’organismo pastorale della Chiesa cattolica (2 luglio 1971), fortemente voluto da papa Paolo VI. In questi decenni ha sempre cercato, in fedeltà al mandato ricevuto, di essere - come ha sottolineato papa Francesco nella ricorrenza del 45° anniversario - «stimolo e anima perché la comunità tutta cresca nella carità e sappia trovare strade sempre nuove per farsi vicina ai più poveri, capace di leggere e affrontare le situazioni che opprimono milioni di fratelli in Italia, in Europa, nel mondo». Un servizio impegnativo che grazie al fiorire delle Caritas diocesane ha messo radici sul territorio, dentro le comunità locali.