Con una cerimonia pubblica, questa mattina sono stati ricordati a Foligno i giovani folignati catturati dai tedeschi il 3 febbraio del 1944 e deportati nei campi di concentramento nazisti.La anifestazione è stata organizzata dall’Amministrazione comunale e dall’Aned (Associazione degli ex deportati). Presenti il sindaco, Manlio Marini, la presidente dell’Aned, Maria Pizzoni, i responsabili delle forze dell’ordine, dell’esercito italiano e della Croce Rossa, di fronte al Gonfalone della città, ai labari delle associazioni combattentistiche e d‘arma, dell’ANPI e dell’associazione invalidi e mutilati di guerra, alle ore 10, 30 la cerimonia ha preso avvio con la deposizione di una corona di alloro davanti alla stele marmorea collocata in via 3 Febbraio in ricordo di quel tragico evento.
Analoga cerimonia, subito dopo si è svolta all’intero del Cimitero centrale, di fronte al sacrario dei caduti di tutte le guerre, dove il sindaco di Foligno, dopo la deposizione della corona, ha ricordato ai presenti i drammatici avvenimenti che culminarono, 66 anni or sono, con la cattura e la deportazione dei 24 giovani folignati, 22 dei quali trovarono la morte a Mauthausen e a Flossemburg; soltanto tre di essi fecero ritorno a casa. In segno di rispetto, il sindaco Marini ha voluto pronunciare ad alta voce i loro nomi: “Armando Bileggi, Augusto Bizzarri, Vincenzo Camilli, Luigi Costantini, Sante Costantini, Gabriele Crescimbeni, Francesco Federici, Serafino Federici, Guerrino Maggi, Giacomo Melelli, Luigi Olivieri, Franco Pizzoni, Giuseppe Privinzano, Antonio Salcito, Vincenzo Salcito, Felice Salvati, Giuseppe Salvati, Franco Santocchia, Lino Spuntarelli”. Il sindaco di Foligno, dopo aver pubblicamente ricordato il sacrificio dei deportati di Foligno per la libertà della Patria, ha sottolineato come quei tristi momenti legati alla guerra e alla sopraffazione sono stati memorizzati da don Pietro Arcangeli, uno dei sopravvissuti agli eventi del 3 febbraio ’44, nel libro “Prete Galeotto”, all’interno del quale il sacerdote ha raccontato, senza alcun risentimento, la dura prova dell’internamento. “Si tratta di una dura pagina della nostra storia – ha concluso Marini – che additiamo sempre alle giovani generazioni come monito contro ogni guerra”.
Foligno/Spoleto
03/02/2009 17:07
Redazione