Foligno. Povertà e crisi vocazionali, il bilancio del vescovo Sigismondi

Un dialogo aperto e sincero con i media locali quello avviato sin dal momento del suo insediamento a Foligno da SE Mons Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno che stamattina in diretta dagli studi dell’emittente diocesana RGU ha risposto alle domande nella consueta conferenza stampa prenatalizia. Il vescovo ha affrontato temi difficili, su tuttti quello della crisi economica. "Aumentano –ha detto- le persone che si rivolgono alla Chiesa in cerca di aiuto e la difficoltà più grande è confrontarmi con questa realtà per la quale sono preoccupato e sempre molto molto amareggiato. La Caritas fa moltissimo e l’Emporio della solidarietà che sarà inaugurato sabato prossimo -ha spiegato il Vescovo- è un’operazione di dignità che dà a chi ha bisogno la possibilità di scegliere e non di ricevere il solito pacco di aiuti. Ma –e qui il vescovo ha richiamato gli Enti al proprio impegno- la Caritas e fin troppo presente e mi augurerei non solo il riconoscimento delle istituzioni bensì il loro analogo impegno e non sempre questo accade. Chi viene da noi –ha spiegato- spesso ha bussato prima ad altre porte". Altro nodo affrontato con speranza e serenità dal Vescovo quello del calo delle vocazioni: Foligno è fanalino di coda dell’Umbria con 1 solo seminarista. "Un motivo –confessa Sigismondi- di grande peroccupazione e amarezza e tale crisi si collega alla mancanza di direttori spirituali. Dobbiamo dedicarci alle persone per la loro crescita e in questa materia –ha aggiunto il vescovo- stanno venendo meno le forze, siamo meno presenti nell’accompagnare le coscienze". A questo lucido autoesame il vescovo fa seguire la speranza: “La Fede dipende dall’ascolto e a questo dovremo dedicare tutto il tempo possibile. Vivo questo momento –ha concluso- considerandolo come la stagione dell’inverno che è preludio della primavera”. Sulla mancanza a Foligno dell’impegno dei laici in politica, questione sollevata tempo fa, il Vescovo spiega come le cose non siano affatto cambiate: “Chi si impegna in politica –ha detto- si preoccupi non della prossima tornata elettorale ma dei bisogni della gente; sta qui –ha aggiunto- la differenza fra politici e statisti: i primi guardano alle prossime elezioni, i secondi alla necessità della gente. Il vero uomo politico non cerca consenso né un nuovo mandato. Guardare alla gente è l’unico modo per guarire le persone dalla grave malattia che è la disaffezione dalla politica”. Nell’ora di conferenza in diretta radio c’è spazio anche per temi come quello delle pavimentazioni. Sollecitato ad esprimersi il Vescovo ne parla come di una grossa opera che dà splendore alla bellezza della città. I commercianti –dice- hanno pagato il prezzo di questa fatica ma –aggiunge- bisogna guardare avanti. "Io stesso ho provato disagi ma non c’è stato mai lo spazio per l’irritazione perché sono consapevole della bellezza di questa operazione di cui la rinnovata piazza Faloci è un segno che impressiona chi viene a trovarmi da fuori città. Sigismondi chiude la conferenza annunciando: “Sul mio presepe che contemplerò in silenzio nelle ore che precedono il Santo Natale metterò questa espressione: “infrangibile fragilità”. Non si può contemplare Cristo in tutta la sua bellezza se non lo si considera nella sua divinità, dunque infrangibile, e nel suo desiderio di farsi fragile, dunque umano per portarci alla vetta della sua infrangibilità"