Il pesante portone di legno del rione Giotti si e' aperto ieri sera sul Seicento. La Quintana di Foligno non e' follia collettiva. E' identita' culturale, passione privata, socializzazione, impegno e divertimento: questa Quintana e' andata in scena ieri sera al rione Giotti, con la gara gastronomica, l'ormai tradizionale ''Gareggiare dei convivi'' e la sua puntuale rievocazione storica di immagini, sapori e situazioni. Non l'avvincente giostra equestre, attesa per domenica 13 settembre, ma popolani ubriachi a improvvisare monologhi, zuffe tra avventori, la luce fioca delle torce e delle candele. In cucina uno dei piu' noti ristoratori della citta'. Sui banconi di legno, piatti e bicchieri di coccio. Lo stupore barocco sulla tavola dei nobili: il presidente dell'Ente Giostra, Domenico Metelli, la madrina, Federica Moro, la giura con l'architetto Luciano Piermarini presidente e Alviero Bigi (gastronomo e storico) e Marco Servili, presidente della sezione Ais (Associazione italiana sommelier) di Assisi. Era toccato al rione Ammanniti, secondo il sorteggio della Commissione artistica, aprire la sfida enogastronomica del Gareggiare dei convivi, 34/o concorso gastronomico rionale organizzato dall'Ente Giostra ed incentrato, per questa edizione, sul tema delle paste ripiene. In seconda serata e' stata la volta del Giotti, e via via, questa sera, e le prossime, tocchera' a tutti i dieci rioni della citta', impegnati nella preparazione di piatti con prodotti tipici dell'Umbria, con i vini di accompagnamento e l'olio extravergine di oliva, anch'essi umbri. Il regolamento prevede che il ''piatto di gara'' debba essere inserito in un menu' completo (il quale pero' non e' oggetto di valutazione) e tutto debba essere preparato con ingredienti di base conosciuti nel Seicento. In una parodia di equivoci e ambigue situazioni con molti rionali nel ruolo di attori, il Giotti ha preparato un menu composto, fra l'altro, da ''Sgonfiotto alle erbe, presciutto fritto, ravioli alla moda del prete di Rostoviglio, trippa del forestiero''. Nella cornice di una festa di carnevale della nobile famiglia Vitelleschi, il rione Ammanniti ha invece proposto ravioli ripieni, piccione ripieno in salsa di vino rosso, crostata di farro e uvetta. Situazioni diverse, ma analoga passione, medesima cura dei particolari, stesso impegno per la ricerca storica. Non follia collettiva e fuochi d'artificio. Anche questo e' la Quintana di Foligno, il Seicento in pieno Duemila.
Foligno/Spoleto
01/09/2009 15:49
Redazione