Foligno. Si arrampica sul ponteggio: “Il sindaco non mi ascolta”

Massimo Costantini, nel corso delle celebrazioni del 25 aprile, si è arrampicato sulle impalcature del cantiere del Palazzo Comunale di piazza della Repubblica, puntando il dito contro il sindaco Manlio Marini, reo di essere stato latitante alle sue richieste di un incontro. Il folignate, ex titolare di un chiosco mobile di piadine, non è nuovo a gesti del genere. Il 25 aprile, intorno alle dieci, dall’alto del cornicione sul quale era salito, armato di megafono, ha spiegato le ragioni del suo gesto. Ha chiesto con forza l’innalzamento del livello di guardia sull’emergenza droga in città puntando il dito contro il sindaco Manlio Marini che da dieci giorni rifiuterebbe di incontrarlo. Un’azione di protesta, la sua, che si è protratta per un’ora e tre quarti. Novantacinque lunghissimi minuti d’angoscia. Una volta sceso dai ponteggi, Costantini avrebbe deciso di proseguire la propria azione contestataria a Perugia, davanti al Palazzo della Regione, per sollecitare così un incontro con la presidente Maria Rita Lorenzetti. Nel corso della sui generis iniziativa di sensibilizzazione al fenomeno della tossicodipendenza da parte dell’esasperato folignate, non è mancato nemmeno un momento di autentico amarcord. Costantini ha difatti ricordato come nel giorno della Liberazione fu proprio suo padre a far rintoccare le campane del Palazzo Comunale, informando così la popolazione della buona nuova. A indurre il folignate al clamoroso gesto le condizioni di salute del figlio, tossicodipendente, abbandonato, a sentir lui, dalle istituzioni locali. Reclama, Costantini, la possibilità di poter collocare un chiosco fisso di prodotti alimentari nell’area dell’Abbazia di Sassovivo, mèta del turismo estivo dei folignati.