Foligno. Spigadoro in crisi, spettro chiusura entro due mesi

Le alternative sono due ed entrambe niente affatto confortanti. La Spigadoro scopre le carte e alle organizzazioni sindacali di categoria comunica ufficialmente lo stato di crisi dell’azienda. Ridottesi dunque a due le opzioni: da un alto la messa in mobilità di circa venticinque dipendenti tra il comparto impiegatizio e quello produttivo, dall’altro la chiusura dell’azienda alimentare entro due mesi. Un fulmine a ciel sereno se è vero – stando alla nota diffusa dalle tre sigle sindacali Cgil-Cisl e Uil – che “la proprietà ha sempre ribadito la propria volontà di continuare a investire, soprattutto nel settore della pasta all’uovo”. Promesso, in tempi non sospetti, anche un nuovo pianto industriale. Non nascondono le proprie giustificate preoccupazioni i sindacalisti presenti all’incontro con i vertici aziendali tenutosi martedì. Sollecitano l’apertura di un tavolo istituzionale, l’intervento e il coinvolgimento di Palazzo Cesaroni, ritenendo necessario che la Regione dell’Umbria si fermi a riflettere sulla situazione occupazionale del territorio. Che certo non può permettersi di perdere ulteriori posti di lavoro. Pongono l’accento sui marchi, intesi come eccellenze da difendere, i sindacalisti folignati, ricordando come l’azienda Spigadoro rappresenti uno dei pochi siti produttivi, specializzato nella pasta alimentare, rimasto aperto in Umbria. Lo smantellamento dell’azienda – concludono – comporterebbe la dispersione delle professionalità presenti nel territorio con l’aggravante, non certo di poco conto, di dover rinunciare ad un prodotto di qualità, il cui pregio è riconosciuto anche all’estero.