Metti una mattina a scuola, nell’aula magna dell’Istituto Tecnico Economico ‘F. Scarpellini’, di aprire la porta e incontrare, tutti insieme, carabinieri, un pool di avvocati e uno psicologo. Metti che in quella stanza gremita di studenti non si senta volare una mosca e che loro, gli alunni del primo anno chiamati ad assistere all’incontro, trascurino addirittura la ricreazione. Magari, ti viene di pensare, è successo qualcosa di importante. Di importante, sì. Perché qui, tra le quattro mura di una scuola, lunedì mattina, gli studenti hanno imparato, ascoltando con sorprendente attenzione, che il web, oltre a rappresentare una grandiosa opportunità, può anche rivelarsi un boomerang. Il tutto alla velocità di un click. Sono stati gli uomini dell’Arma, due carabinieri della sezione polizia giudiziaria della Procura di Perugia, a fornire un decalogo di buone norme ai giovani internauti. A partire dalla pratica, utile oltre che virtuosa, di evitare di lasciare sulla propria bacheca informazioni personali che possono, con tutta tranquillità, essere utilizzate anche per scopi non leciti. Cautela e buon senso, queste le parole chiave per un corretto utilizzo della Rete. Quindi avanti piano con la tentazione di taggare gli amici a loro insaputa e attenzione alla pubblicazione, e relativa condivisione compulsiva, delle immagini, proprie e altrui. Il rischio è di consegnarle all’eternità. Digitale, s’intende. Ché il web, si sa, non dimentica. Una lezione, stimolante e dinamica, senza traccia alcuna di pedanteria, anche quella tenuta dagli avvocati Giuseppe Serafini ed Antonio Congiunti (nella foto) che hanno trattato la spinosa questione dei reati informatici. Perché ladri di identità, cacciatori di password e codici bancari, stalker e adescatori di minori, protetti da improbabili nickname e da un insospettabile contesto friendly, trovano nei social network il loro ambiente ideale. Sempre in tema di illeciti, è stato l’avvocato Diego Duranti ad affrontare l’argomento del processo minorile, ricordando ai presenti che anche i ragazzi, a partire dai quattordici anni, possono essere imputabili. E’ stata la volta, infine, della psicologa Alice Bertuzzi che ha sottoposto il pubblico di giovanissimi ad un test per la verifica del grado di dipendenza dai nuovi media, così da appurare se telecomandi, joystick, consoles siano o meno meri strumenti e non invece qualcosa di simile, negli effetti, alle sostanze psicotrope. Un incontro, quello di lunedì mattina (inserito nell’ambito della settimana informativa), che prelude all’avvio, nel mese di marzo, di tre corsi pomeridiani sulla sicurezza sul web, la prova informatica nel sistema giudiziario e la nuova figura del ’Security officer’.
Foligno/Spoleto
26/02/2014 11:21
Redazione