Foligno, maxi processo per smaltimento abusivo di rifiuti pericolosi. Il comune parte civile

Compariranno in aula il 14 febbraio i 52 imputati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati ambientali, contro la salute pubblica e il patrimonio. Per alcuni di loro potrebbe essere l'ultima udienza di fronte al tribunale di Spoleto, qualora il presidente del collegio, dottor Pinelli, dovesse sciogliere la riserva sulla richiesta di declaratoria di intervenuta prescrizione. Gli imputati sono accusati della realizzazione e gestione di discariche abusive di rifiuti pericolosi. In sostanza, secondo la tesi accusatoria, gli imputati (tra i quali figurano industriali, autotrasportatori e analisti) avrebbero illecitamente gestito fanghi industriali facendoli passare, attraverso la sistematica falsificazione della documentazione, per fertilizzanti. Rifiuti, sostiene la Procura, contenenti alte concentrazioni di metalli pesanti e polveri da abbattimento fumi, illecitamente avviati, per le operazioni di recupero, nei siti di Casone di Foligno, podere Marroggia e Cannaiola di Trevi. Di più: l'accusa sostiene che da tali operazioni, risalenti al quadriennio '97/2001, conseguiva la dispersione incontrollata di sostanze maleodoranti e l'illecito scarico di acque reflue di natura industriale. Un maxi-processo nel quale figurano, in qualità di parti civili, il Comune di Foligno, il Comune di Trevi, la Provincia di Perugia e la Regione dell'Umbria, quest'ultima patrocinata dall'avvocato Giovanni Picuti. Un processo alle battute finali, nel caso venisse dichiarata la prescrizione del reato per gli imputati della violazione del Decreto Ronchi. Un processo ancora lungo per gli altri, accusati di un reato imprescrittibile come l'associazione a delinquere. Alessandra Cristofani