Furto in convento Clarisse a Gubbio, archiviazione definitiva

Cala definitivamente il sipario sulla vicenda processuale che dal 2008 ha attirato l'attenzione mediatica anche nazionale sul Convento delle Clarisse di Gubbio per via del procedimento che ha visto protagoniste da un lato due novizie e una religiosa (che ha poi ritirato la denuncia) – rappresentate dal noto avvocato Carlo Taormina – le quali abbandonarono il convento eugubino accusando la madre badessa di averle cacciate e di aver trattenuto gioielli di loro proprietà per oltre un milione di euro; e dall’altro la stessa badessa e due suore del convento, difese dall'avvocato Ubaldo Minelli, che oltre a rimandare al mittente le accuse - avevano cioè abbandonato il convento per mancanza di una vera e propria vocazione, portando via elementi di proprietà del monastero - a loro volta avevano denunciato per diffamazione e calunnia le consorelle fuoriuscite. Il giudice per le indagini preliminari, Lidia Brutti, oggi ha respinto l'opposizione proposta dall'avvocato Taormina alla richiesta di archiviazione presentata dal pm Formisano. Non si profilano – scrive il giudice Brutti – ulteriori percorsi di indagine utilmente esplorabili al fine di acquisire elementi che possano consentire di sostenere validamente l'accusa in giudizio. Va quindi disposta l'archiviazione, come richiesta dal Pm – conclude il giudice – poiché le notizie di reato da cui sono scaturiti i procedimenti riuniti sono risultate infondate e non sono emersi elementi sufficienti e idonei per sostenere l'accusa in giudizio.