Futuro del tribunale di Gubbio, Benedetti Valentini scrive al ministro Alfano

Dice di aver voluto attendere lo svolgimento dell’assemblea degli avvocati prima di sottoporre all’attenzione del ministro Alfano quella che definisce una situazione di “evidente affanno funzionale” della sezione di Gubbio del Tribunale di Perugia. Il senatore umbro Domenico Benedetti Valentini ha deciso perciò di interrogare l’esponente del governo sulle misure stabilite o che intende adottare, ma anche sulle sollecitazioni ai capi distrettuali e circondariali degli Uffici giudiziari, perché sia garantita la funzionalità della Sezione di Tribunale di Gubbio-Gualdo Tadino. L’auspicio è che venga in questo modo fornita automaticamente anche la concreta rassicurazione al territorio sull’assenza di qualsivoglia intenzione di disattivazione o soppressione dell'Ufficio. Benedetti Valentini chiede anche di conoscere le misure che il titolare del dicastero della giustizia intende attivare o sollecitare perché sia razionalizzato l'impiego del personale esistente nell'ambito del polo giudiziario. Difficoltà, scrive, Benedetti Valentini, dovute essenzialmente alla carenza di personale di cancelleria, oltre che a una irrazionale distribuzione delle unità in servizio nel polo giudiziario eugubino. Ma è anche l’effetto – secondo il senatore umbro - della discontinua presenza del magistrato di carriera assegnato e della non sempre assicurata e puntuale presenza del Pubblico Ministero in occasione delle udienze penali, così come è accaduto ad esempio lo scorso 18 febbraio. Fu proprio a seguito di quell’episodio che il giudice assegnato alla sede eugubina, Nicla Flavia Restivo, propose di spostare le udienze penali nel capoluogo di regione. Ipotesi respinta dall’assemblea degli avvocati di sabato scorso – ricorda Benedetti Valentini – e non appoggiata da una parte della magistratura. Il senatore umbro respinge anche quelle che definisce pulsioni accentratrici, sollevando anche una questione di competenza: le riforme ordinamentali sull’organizzazione giudiziaria, con evidenti ricadute sull’assetto dei territori – scrive - , non possono essere rimesse a provvedimenti o gerarchici ma sono competenza esclusiva, per il rilievo politico che hanno, delle sedi legislative. Della politica insomma. Che a tutt’oggi – conclude Benedetti Valentini – si sono espresse per l’operatività delle sezioni distaccate di tribunale