Gualdo T.: Consorzio agrario addio, conclusa la demolizione. Sorgera' un centro direzionale

Un cumulo di macerie. Questo è rimasto a Gualdo Tadino dell’ex Consorzio agrario di via Flaminia di cui da lunedì scorso è iniziata la demolizione. Testimonianza locale di una forma cooperativa tipica del mondo rurale novecentesco, quella di agricoltori che promuovevano organismi di associazione per acquistare a prezzi migliori le sementi e rivendere direttamente i loro prodotti, il consorzio di Gualdo Tadino era ormai in disuso da tempo, ma conservava l’architettura tipica d’inizio Novecento che ne faceva una testimonianza di archeologia industriale, non tutelata, tuttavia, dagli enti preposti. La nuova proprietà, composta da un gruppo d’imprenditori afferenti a campi differenti, ha scelto la demolizione , viste le condizioni di instabilità in cui versava l’edificio, presentando un progetto per la realizzazione in loco di un centro commerciale e direzionale. “Il Granaio”, questo il nome del nuovo stabile, ospiterà la nuova Coop e con essa una serie di negozi di varie metrature, così come uffici a disposizione di studi tecnici ed imprese. Nella parte di proprietà pubblica, visto che circa 4000 metri quadrati di immobile insistono su un’area di proprietà comunale , sarà costruito l’auditorium cittadino, così come richiesto dall’allora amministrazione comunale Morroni che in tale progetto ha sempre visto una possibilità concreta per Gualdo di avere una struttura utile alla convegnistica come anche allo spettacolo. Un investimento privato importante che supera i 2 milioni di euro a cui anche l’amministrazione Presciutti guarda con favore – nella precedente consiliatura il Pd,all’epoca all’opposizione, votò a favore del progetto - per la sua capacità di riattivare, per almeno due anni, un settore come quello dell’edilizia in grave crisi. Restano in molti gli scetticismi di allora, quelli che avevano portato la Sinistra per Gualdo a raccogliere firme contro la demolizione del consorzio e creazione di un nuovo centro commerciale, visto come “requiem” per il centro storico; resta un dubbio sul progetto, nelle forme e nei dettagli lontano dall’estetica del vecchio consorzio.