Dal fumetto alla pittura, dalla grafica pubblicitaria all’illustrazione, dall’istallazione alla fotografia, questo è il background artistico di Sergio Cavallerin, in cui la matrice stilistica legata alla Pop art si unisce alla sua pirotecnica immaginazione.
Un abile manipolatore di simboli e segni dei nostri tempi, capace di catalizzare nelle sue opere, con sagacia e seducente ironia, l’immaginario collettivo, il luogo comune, ma anche i tanti nonsense della nostra società.
Siete pronti ad entrare nel vortice?
Perché l’opera di Sergio Cavallerin è moltiplicazione d’immagini coloratissime e ridondanti, specchio di una società che consuma e si consuma spasmodicamente, è un labirinto dove perdersi e ritrovarsi, è piacere estetico ma anche denuncia, è epica del contemporaneo.
Così a Gualdo Tadino, negli ambienti rigorosi del Museo Civico Rocca Flea con le sue collezioni d’arte tardo-gotica e rinascimentale, fanno ingresso come in una saga, le sue icone pop, i personaggi dei fumetti, le estroflessioni, le superfici dinamiche e i polimeri.
A stupire indiscutibilmente in questa nuova esposizione l’istallazione Yellow Submarine, presentata per la prima volta ed ispirata alla famosa canzone dell’album Revolver, long playdei Beatles, pubblicato nell’agosto 1966.
E se all’improvviso con il loro sottomarino giallo John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr riemergessero in superfice dopo oltre cinquant’anni? Cosa apparirebbe davanti ai loro occhi? L’atmosfera giocosamente visionaria della canzone che piacque tanto a grandi e piccoli, con il marinaio che solca i mari in un sommergibile giallo, avrebbe una battuta d’arresto?
L’artista infatti pone i quattro ragazzi di Liverpool di fronte all’attuale scenario catastrofico, in cui le immense distese di acqua blu che ricoprono il nostro pianeta non sono altro che la discarica della terra. Dalla plastica, al petrolio, alle sostanze chimiche: l’idea del mare è solo un ricordo spumeggiante, un eco poetico, sostituito da un mortale cocktail di sostanze sintetiche e metalli pesanti che avvelenano e contaminano l’ambiente.
Mentre rimane un mistero nella mente degli spettatori la reazione dei Beatles di fronte a tale catastrofe ecologica, immerso nel sonno, ebbro e sazio, nell’atto di ronfare rumorosamente e con un rivolo di bava che sgorga dalla sua bocca, un appagato Homer Jay Simpson in mutande, è sepolto dai rifiuti prodotti dal cibo confezionato appena trangugiato con avidità.
E se si parla di inquinamento non può mancare per Sergio Cavallerin un richiamo alla nostra maltrattata Roma capitale, in cui ratti giganti hanno la meglio e si muovono tranquillamente tra cumuli di immondizia che sostituiscono il ricordo delle antiche vestigia di un Impero ormai lontano.
Ci sarà ancora speranza per il nostro mondo? Chissà se i tanti personaggi e supereroi chiamati all’appello dall’artista, disseminati nelle sale del castello, nella notte si riuniscono? Magari come in un summit si sostituiscono alle grandi potenze economiche, tessono nuove strategie per salvare l’uomo ed il pianeta da un destino infausto.
Sergio Cavallerin dal canto suo, a capo del suo clan, con la serie delle bandiere racconta i conflitti che da anni lacerano l’umanità (Stati Uniti d’America e Messico, Israele e Palestina, Corea del Nord e Corea del Sud), ma a sventolare sopra ogni lotta di confine c’è il suo personalissimo vessillo della pace, in cui le stelle dominano su un fondo bianco, forse una storia ancora da scrivere.
I grandi occhi aperti di Buddha stanno a vedere, Paperino impugna suo malgrado il fucile per difendere la sua specie, le sorelle anatre, intimando l’ultimatum ai cacciatori, la Paperina Comics Mama, dallo sguardo trasognante accarezza il suo pancione ed il FUTURO CHE VERRA’.
Immagini e interviste stasera in "Trg Plus" in onda alle 20.50.
Gubbio/Gualdo Tadino
09/09/2019 09:00
Redazione