Gubbio: Ceri, diecimila firme per richiedere il referendum abrogativo

La legge regionale 16/2009 è quella che tenta di regolamentare, a fini di sviluppo del turismo culturale, di rivitalizzazione dei centri storici e di aggregazione e coesione sociale, le rievocazioni storiche. Incredibilmente, con, a dir poco, una grande disattenzione politica e culturale, la Regione dell’Umbria, non operando una distinzione tra rievocazioni e tradizioni e mettendo tutto all’interno della voce manifestazioni, ha aperto la strada all’inserimento nella legge della Festa dei Ceri. Vale la pena ribadire che la rievocazione è una rappresentazione anche se rispetta criteri di veridicità storica mentre la tradizione è l'insieme dei valori e la loro espressione che ogni generazione, dopo aver appreso, conservato, anche modificato, trasmette alle generazioni successive. Per intenderci le rievocazioni più antiche in Umbria, dalla Giostra della Quintana di Foligno al Calendimaggio di Assisi alle Gaite di Bevagna per citare le più note, hanno al massimo 60/70 anni. In Regione si sostiene, e magari ne sono convinti, che la Festa dei Ceri, con l’articolo 3 della legge medesima che così recita: “la Regione riconosce la Festa dei Ceri di Gubbio come la più arcaica espressione culturale dell’identità regionale” ha ricevuto il massimo attestato e riconosciuta la sua specificità distinguendola nettamente dalle altre manifestazioni e che il regolamento, affidato al nascente governo regionale, metterà le cose a posto riservando alla Festa una disciplina apposita. Non ci siamo. Quell’articolo 3, posto lì forse per nobilitare tutte la altre manifestazioni, non ci piace e preferiamo che la Festa dei Ceri rimanga fuori da questa legge. Se è vero che essa rappresenta l’identità umbra tanto che i ceri stilizzati sono l’emblema della Regione la Festa non può stare in una legge che regolamenta le rievocazioni e che richiede cinque anni di anzianità ad una manifestazione per comparire nell’elenco ufficiale. Tutto ciò è stato detto ma la Regione non ha accolto la tesi espressa dalla comunità eugubina. La Società Balestrieri ha anzi dichiarato, giustamente, per il Palio della Balestra che vanta centinaia di anni di continuità, che non intende iscriversi nell’elenco indiscriminato previsto dalla legge. La posizione del Maggio Eugubino è quella di chiedere l’abrogazione dell’articolo 3. Lo statuto regionale prevede la possibilità di abrogazione, totale o parziale, di una legge regionale o di un regolamento regionale, attraverso un referendum popolare, quando lo richiedano almeno diecimila elettori. Non crediamo che sia un impegno impossibile raccogliere diecimila firme. Tuteliamo la nostra Festa. ,Anche mediante la richiesta di attivazione finalmente della Legge Regionale 17/92 “Costituzione a Gubbio dell’istituto regionale per lo studio, la tutela e la valorizzazione del patrimonio folcloristico dell’Umbria”.