Gubbio: San Giuseppe senza “focaroni”!

E’ una tradizione secolare, quella dei focaroni per San Giuseppe. Gubbio non ha mai mancato di accenderne, di fuochi, nelle piazze del centro storico, della periferia e delle campagne. Tradizione che domenica sera invece è stata spezzata, almeno in alcuni angoli di Gubbio. A San Pietro ed in via Sperelli la polizia municipale ha requisito la legna accatastata; nella zona della Vittorina ed in via Beniamino Ubaldi i proprietari dei terreni sono stati intimati a non dare fuoco agli accatastamenti. Intervento che ha infuocato gli animi e amareggiato molti. Ma cosa è successo? Qualche settimana fa alcuni residenti del quartiere di San Pietro avevano chiesto il controllo delle forze dell’ordine al momento dell’accensione del focarone che la piazza del quartiere ospita per il passaggio della Processione del venerdì santo. L’anno scorso infatti la troppa benzina buttata sulle legne aveva di fatto causata una detonazione così potente da mandare a pezzi porte e finestre dei residenti ed anche della vicina chiesa. Da qui l’attività della polizia municipale che ha dovuto seguire l’iter formale: ha così censito, per così dire, gli accatastamenti in essere in occasione di questo 19 marzo. E’ stata chiesta una valutazione del comando provinciale dei vigili del fuoco che hanno dichiarato pericolosi fuochi vicino ad abitazioni, autovetture, alberi, anche in centro storico, ed in momenti di forte siccità. Così la polizia municipale non ha potuto far altro che vietare le accensioni. Ecco allora il cartello di protesta spuntato in piazza San Pietro. Non tutte però. In alcuni punti gli eugubini ce l’hanno fatta a mantenere viva, ansi, accesa, la tradizione. Ora la preoccupazione è legata agli anni a venire e soprattutto al prossimo 6 aprile, per la processione in vista della Pasqua. Domani l’assessore Fabio Menichetti attiverà subito un tavolo tecnico con le forze dell’ordine, forestale e pompieri in primis, per trovare un piano d’indirizzo che garantisca la tradizione e la sicurezza. Probabilmente si arriverà a prevedere una licenza di pubblica sicurezza che prevederà per ogni falò grandezze e limiti da rispettare ed una persona fisica come responsabile. Ne è comunque nato un dibattito amaro in città, con accuse al vetriolo tra vicini di casa, a danno di chi aveva solo chiesto agli organizzatori che le fiamme fossero gestite da adulti e non da ragazzini armati di taniche di benzina.