Vengono da tutta Italia, nord soprattutto, Torino, Brescia, ma anche dall'estero, Giappone, Russia, sono 200 studenti di musica, che partecipano, alcuni da anni, a Gubbio alle masterclasses in programma dal 20 luglio al 6 agosto nell'ambito del Summer Festival.
Musicisti per passione, giovani talenti, forse un giorno concertisti che vengono qui per studiare, senza aspettarsi di doverlo fare nell'anticamera di un bagno, sulla rampe di scale al buio, sui muretti del chiostro. Non leggono libri, suonano, e la musica dell'uno si sovrappone a quella del “compagno di muretto” in quella che diventa un'orchestra forzata piuttosto che uno splendido assolo. Accade a Gubbio, al complesso di San Pietro, dove la direzione del primo circolo didattico ha concesso solo alcune aule della scuola Montessori all'organizzazione del Summer Festival, troppo poche, insufficienti, per il numero di studenti iscritti ai corsi. Le altre, assolutamente vuote in questo periodo dell'anno, sono chiuse, sbarrate con armadi per impedire l'accesso. Il direttore artistico del festival Katia Ghigi ha firmato la convenzione con la direzione scolastica che riportava le condizioni dell'accordo con tanto di numero di aule concesse, forse non immaginando l'insostenibilità di spazi così esigui, ma non trovando, sul momento, altra soluzione che firmare. Fatto sta che oggi la situazione è questa, che mal si addice ad un festival con 24 anni di storia, che registra ottime presenze ai concerti, ma che soprattutto, in una città che parla di debacle del turismo – i dati 2013 sono terribili – ma che forse non ha compreso l'indotto che il Summer Festival porta con sé. Gli studenti, molti giovani, accompagnati dalle famiglie , soggiornano in città minimo per una settimana popolando le strutture recettive per ben più del classico mordi e fuggi.
Non fa onore alla città di Gubbio costringere il clarinettista Gabriele Mirabassi, vero talento a livello internazionale, a fare lezione a cinque studenti in uno spazio che non consente nemmeno la sistemazione degli allievi, suscitando nella direzione del festival il “motu proprio” di portare l'evento, per i prossimi anni, via da Gubbio .
Intanto è partita una petizione che chiede alle istituzioni pubbliche della città partecipazione più convinta nonché la sottoscrizione di un protocollo dì'intesa che in futuro garantisca dignità all'evento , petizione promossa dal direttore artistico Katia Ghigi e da quello organizzativo Giovanni Sannipoli. In tanti hanno già risposto sottoscrivendo il documento, in tanti hanno risposto aiutando fattivamente il festival , aprendo le loro porte alle masterclasses che ora possono usare anche gli spazi dell'edificio scolastico , del teatro comunale , della scuola di danza , del centro anziani, della Sperelliana .
Gubbio/Gualdo Tadino
01/08/2013 08:57
Redazione