Sarà pronto per il prossimo 27 febbraio, quando aprirà i battenti la mostra sui dinosauri della Patagonia. Ma seppur con polvere e ancora qualche residuo di cantiere da togliere, il complesso di San Benedetto a Gubbio mostra tutta la sua bellezza dopo l'ultima tranche di restauri edili ed artistici che lo hanno interessato dal 2013 sino ad oggi.
Le immagini in anteprima dei nuovi spazi sono state trasmesse stasera nel Trg sera comprensorio, alla vigilia della conferenza stampa di presentazione del prestigioso progetto culturale in programma sabato 14 febbraio alle 11.30.
Quasi un milione di euro, 935 mila per l'esattezza, di cui 500 mila finanziati dalla Fondazione Carisp e i restanti dai fondi dell'8xmille , per ristrutturare il piano terra , ovvero le stanze che affacciano sul chiostro . Qui si dovevano svuotare dal terriccio le aule invase dalle precedenti demolizioni , si doveva realizzare l'impiantistica con un sistema di riscaldamento a pavimento , si dovevano ripulire le volte scurite dal nerofumo , realizzare gli intonaci, restaurare i frammenti di affreschi quattrocenteschi che via via si ripropongono sulle pareti delle stanze. Maestosa la sala capitolare con lo stemma dell'ordine degli olivetani , i monaci che abitarono per secoli il monastero, sala in cui prossimamente verranno collocati due altari lignei provenienti da Santo Spirito e una pala d'altare dipinta su tela oggi conservata nella chiesa attigua, ma di fatto appartenente a questo ambiente . Affreschi qui di pieno quattrocento , con un'adorazione dei magi che conserva ancora colori brillanti negli azzurri e nei rossi. Peccato aver perso quelli che presumibilemnte dovevano decorare gran parte di questa stanza dove si riuniva il capitolo dei monaci . Più recente come decorazioni, ma non meno priva di fascino, la stanza del refettorio dove una didascalia sull'architrave della porta d'ingresso invita al "silentium ": si sono conservati, seppur con rifacimenti più tardi, gli scranni lignei dei monaci come anche i due scuri in legno finemente dipinti che chiudono la finestra centrale . Di non meno pregio la parte di pavimento originale , cinquecentesco presumibilmente , che è visibile nella zona centrale della stanza . Questo luogo, deputato un tempo al momento del convitto, oggi è una sala conferenze modernamente attrezzata e funzionale al resto del complesso che sarà il museo della gola del Bottaccione. Due sole stanze qui a piano terra restano per il momento chiuse: quelle interrate che guardano sul lato nord del chiostro , forse un tempo magazzini : saranno recuperate dal prossimo maggio con dei lavori finanziati dai ribassi d'asta . C'è poi il sogno , ovvero il recupero anche del piano nobile del complesso monastico, quello che affaccia sul secondo ordine del chiostro, elegantissimo quest'ultimo nella sua architettura costruita sui colonnine esili e architravi in legno. Questa parte non era finanziata e per poterla recuperare serve non meno di un milione di euro . Trovarlo non sarà semplice, eppur non impossibile se il recupero sarà legato ad un progetto che renda anche quest'area uno spazio espositivo e un luogo per la convegnistica specializzata . Il banco di prova per la funzionalità del complesso di San Benedetto come polo attrattivo per grandi eventi sarà proprio la prossima mostra sui dinosauri : il Comune punta molto sull'evento , resta da coinvolgere la città e il pubblico.
Gubbio/Gualdo Tadino
13/02/2015 20:20
Redazione