Gubbio: aziende piccole in difficoltà

Ventinove aziende nell’Eugubino hanno chiesto il ricorso alla cassa integrazione in deroga nel solo periodo agosto-dicembre 2010. Secondo i dati della Cgil Alta Umbria, infatti, alla fine dell’anno scorso sono state 114 le imprese che hanno chiesto – e la Regione ha autorizzato – questo particolare tipo di ammortizzatore sociale che riguarda le realtà produttive con meno di 15 addetti. Nell’intero Alto Chiascio sono invece 172. All’inizio del periodo di rilevazione, ovvero la ripresa dopo la pausa estiva dello scorso anno, a Gubbio erano 85. Al 31 dicembre, dunque sono 29 in più. In totale la misura coinvolge 522 addetti per Gubbio e 751 nell’intero comprensorio. Edilizia, agricoltura, tessile e commercio i comparti maggiormente interessati. Mentre per quanto riguarda cassa integrazione ordinaria e straordinaria si è registrata una sostanziale stabilità tra richiesta e utilizzo, quella in deroga ha fatto registrare un incremento significativo, fa notare il responsabile della Cgil dell’Alta Umbria, Alessandro Piergentili. E la situazione non sembra essere migliorata nel primo bimestre di quest’anno perchè il dato regionale parla di un aumento del 28,67% di ore di Cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga) rispetto allo stesso periodo del 2010. Situazione di difficoltà da cui non è più esente neanche il comparto pubblico, se è vero che ci sarebbe un comune della fascia appenninica che non è riuscito a pagare lo stipendio di marzo alla data canonica del 27: dovrebbe farlo a breve, ma il segnale della difficoltà in cui versano le piccole amministrazioni locali nella gestione dei propri bilanci è indicativo. Tutte situazioni che la Cgil richiamerà sabato nell’iniziativa “Un treno in marcia per il lavoro”. Due convogli della Fcu partiranno contemporaneamente uno da Terni e uno da San Giustino per poi confluire a Perugia. Diverse però le tappe lungo il percorso: per i partecipanti di Gubbio l’appuntamento è alla stazione di Umbertide alle 9. A Ponte San Giovanni alle 10.15 confluiranno tra gli altri i lavoratori della Antonio Merloni: due giorni dopo, lunedì alle 17, si conoscerà l’effettiva consistenza delle manifestazioni di interesse cinese e iraniana. Una marcia lunga 153 chilometri per “sconfiggere la rassegnazione” l’ha definita l’organizzazione sindacale, in vista dello sciopero generale del 6 maggio”.